Gli attacchi israeliani hanno continuato a colpire la Striscia di Gaza assediata, uccidendo decine di palestinesi, tra cui diversi in un attacco a una scuola trasformata in rifugio, secondo fonti locali.
Almeno 40 palestinesi sono stati uccisi mercoledì negli attacchi israeliani, secondo quanto riferito ad Al Jazeera da fonti mediche nell'enclave. Tra loro, tre sono rimasti uccisi in un attacco a Deir el-Balah e altri otto hanno perso la vita quando la loro casa è stata attaccata nel quartiere di Shujayea a Gaza City.
Dr. Ahmad Al-Najjar was devastated as he received the bodies of his parents, killed in an Israeli airstrike that targeted their home in southern Khan Younis, while on duty at Nasser Medical Complex. pic.twitter.com/BO4KmgFuje
— Quds News Network (@QudsNen) April 24, 2025
La difesa civile di Gaza ha riferito che altri quattro corpi sono stati estratti da due case vicine.
Nel frattempo, altri palestinesi hanno perso la vita a causa delle ustioni dopo che un attacco israeliano ha colpito il loro rifugio a Gaza City durante la notte, portando il bilancio delle vittime ad almeno 13, con segnalazioni di sei persone rimaste sotto le macerie.
Inoltre, le squadre di soccorso pur sapendo che almeno altre sei vittime sono rimaste intrappolate sotto le macerie nella città di Gaza, non riescono a raggiungerle, ha riferito Hani Mahmoud di Al Jazeera dalla città.
"Non è solo la loro impossibilità di raggiungere la zona", ha detto. "Non hanno i mezzi pesanti necessari per rimuovere le macerie e recuperare i corpi."
Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute di Gaza, nelle ultime 24 ore almeno 105 palestinesi hanno riportato ferite in tutto il territorio.
Gli ultimi attacchi si sono verificati mentre il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas esortava Hamas a liberare i restanti prigionieri israeliani a Gaza.
Hamas ha replicato che avrebbe rilasciato tutti i prigionieri in cambio del completo ritiro israeliano e della fine definitiva della guerra, ma ha respinto la richiesta di Israele di disarmare, definendola una "linea rossa".
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