Jeffrey Sachs - Kazan dovrebbe segnare la fine delle illusioni dei neocon

di Jeffrey D. Sachs | 2 novembre 2024 | Common Dreams*

Il recente Vertice dei BRICS a Kazan, in Russia, dovrebbe segnare la fine delle illusioni dei Neocon, incapsulate nel sottotitolo del libro di Zbigniew Brzezinski del 1997, La scacchiera globale: American Primacy and its Geostrategic Imperatives.

Dagli anni '90, l'obiettivo della politica estera americana è stata la “supremazia”, ovvero l'egemonia globale. I metodi scelti dagli Stati Uniti sono stati le guerre, le operazioni di cambio di regime e le misure coercitive unilaterali (sanzioni economiche). A Kazan si sono riuniti 35 Paesi - con più della metà della popolazione mondiale rappresentata - che rifiutano la prepotenza degli Stati Uniti e che non si lasciano intimorire dalle loro pretese di egemonia.

Nella Dichiarazione di Kazan, i Paesi hanno sottolineato “l'emergere di nuovi centri di potere, di decisioni politiche e di crescita economica, che possono aprire la strada a un ordine mondiale multipolare più equo, giusto, democratico ed equilibrato”. Hanno sottolineato “la necessità di adattare l'attuale architettura delle relazioni internazionali per riflettere meglio le realtà contemporanee”, dichiarando al contempo il loro “impegno a favore del multilateralismo e della difesa del diritto internazionale, compresi gli scopi e i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite (ONU) come sua indispensabile pietra angolare”. Hanno preso di mira in particolare le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati, sostenendo che “tali misure minano la Carta delle Nazioni Unite, il sistema commerciale multilaterale, lo sviluppo sostenibile e gli accordi ambientali”.

La ricerca dell'egemonia globale da parte dei neocon ha profonde radici storiche nella convinzione dell'eccezionalità dell'America. Nel 1630, John Winthrop invocò i Vangeli per descrivere la Colonia della Baia del Massachusetts come una “Città sulla collina”, dichiarando grandiosamente che “Gli occhi di tutti i popoli sono su di noi”. Nel XIX secolo, il Destino Manifesto ha guidato la conquista del Nord America con lo spostamento e sterminio delle popolazioni native. Nel corso della Seconda guerra mondiale, gli statunitensi hanno abbracciato l'idea del “secolo americano”, secondo cui dopo la guerra gli Stati Uniti avrebbero guidato il mondo.

Le illusioni di grandezza degli Stati Uniti sono state amplificate dal crollo dell'Unione Sovietica alla fine del 1991. Con la scomparsa della nemesi della Guerra Fredda, i neoconservatori americani in ascesa concepirono un nuovo ordine mondiale in cui gli Stati Uniti erano l'unica superpotenza e il poliziotto del mondo. I loro strumenti di politica estera erano le guerre e le operazioni di cambio di regime per rovesciare i governi che non gradivano.

Dopo l'11 settembre, i neocons avevano pianificato di rovesciare sette governi del mondo islamico, a partire dall'Iraq, per poi passare a Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Iran. Secondo Wesley Clark, ex comandante supremo della NATO, i neocon si aspettavano che gli Stati Uniti avrebbero prevalso in queste guerre in 5 anni. Eppure ora, dopo più di 20 anni, le guerre istigate dai neocon continuano, mentre gli Stati Uniti non hanno raggiunto assolutamente nessuno dei loro obiettivi egemonici.

Negli anni '90 i neocons hanno ragionato sul fatto che nessun Paese o gruppo di Paesi avrebbe mai osato opporsi al potere degli Stati Uniti. Brzezinski, ad esempio, sosteneva in La grande scacchiera che la Russia non avrebbe avuto altra scelta che sottomettersi all'espansione della NATO guidata dagli Stati Uniti e ai dettami geopolitici degli Stati Uniti e dell'Europa, dal momento che non c'era alcuna prospettiva realistica che la Russia riuscisse a formare una coalizione anti-egemonica con Cina, Iran e altri. Come ha detto Brzezinski:

“L'unica vera opzione geostrategica della Russia, quella che potrebbe dare alla Russia un ruolo internazionale realistico e anche massimizzare l'opportunità di trasformarsi e modernizzarsi socialmente, è l'Europa. E non un'Europa qualsiasi, ma l'Europa transatlantica dell'UE e della NATO in espansione”. (corsivo aggiunto, edizione Kindle, p. 118)

Brzezinski aveva decisamente torto e il suo errore di valutazione ha contribuito al disastro della guerra in Ucraina. La Russia non ha semplicemente ceduto al piano statunitense di espandere la NATO all'Ucraina, come Brzezinski supponeva. La Russia ha detto un no deciso ed ha dimostrato di essere pronta a fare la guerra per fermare i piani statunitensi. Come risultato degli errori di calcolo dei neocon nei confronti dell'Ucraina, la Russia sta ora prevalendo sul campo di battaglia e centinaia di migliaia di ucraini sono morti.

Né - e questo è il chiaro messaggio di Kazan - le sanzioni e le pressioni diplomatiche statunitensi hanno isolato minimamente la Russia. In risposta alla prepotenza statunitense, è emerso un contrappeso anti-egemonico. In parole povere, la maggioranza del mondo non vuole e non accetta l'egemonia statunitense ed è pronta ad affrontarla piuttosto che sottomettersi ai suoi dettami. Gli Stati Uniti non possiedono più il potere economico, finanziario o militare per imporre la loro volontà, se mai lo hanno avuto.

I Paesi riuniti a Kazan rappresentano una chiara maggioranza della popolazione mondiale. I nove membri del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, i cinque originari, più Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti), oltre alle delegazioni dei 27 aspiranti membri, rappresentano il 57% della popolazione mondiale e il 47% della produzione mondiale (misurata a prezzi corretti per il potere d'acquisto). Gli Stati Uniti, invece, costituiscono il 4,1% della popolazione mondiale e il 15% della produzione mondiale. Se si aggiungono gli alleati statunitensi, la quota di popolazione dell'alleanza guidata dagli Stati Uniti si aggira intorno al 15% della popolazione mondiale.

Nei prossimi anni, i BRICS aumenteranno il loro peso economico relativo, la loro abilità tecnologica e la loro forza militare. Il PIL combinato dei Paesi BRICS cresce di circa il 5% all'anno, mentre il PIL combinato degli Stati Uniti e dei loro alleati in Europa e nell'Asia-Pacifico circa il 2% all'anno.

Tuttavia, anche con il loro crescente potere, i BRICS non possono sostituire gli Stati Uniti come nuovo egemone globale. Semplicemente non hanno il potere militare, finanziario e tecnologico per sconfiggere gli Stati Uniti o anche solo per minacciare i loro interessi vitali. I BRICS chiedono in pratica un nuovo e realistico multipolarismo, non un'egemonia alternativa in cui siano loro a comandare.

Gli strateghi americani dovrebbero ascoltare il messaggio positivo che arriva da Kazan. La ricerca dell'egemonia globale da parte dei neocon non solo è fallita, ma si è rivelata un costoso disastro per gli Stati Uniti e per il mondo, causando guerre sanguinose e inutili, shock economici, spostamenti di massa delle popolazioni e crescenti minacce di confronto nucleare. Un ordine mondiale multipolare più inclusivo ed equo offre una via d'uscita promettente dall'attuale situazione di stallo, di cui possono beneficiare sia gli Stati Uniti e i loro alleati sia le nazioni che si sono riunite a Kazan.

L'ascesa dei BRICS non è quindi solo un rimprovero al sistema creato dagli Stati Uniti, ma anche una potenziale apertura per un ordine mondiale molto più pacifico e sicuro. L'ordine mondiale multipolare immaginato dai BRICS può essere un vantaggio per tutti i Paesi, compresi gli Stati Uniti. Il tempo è scaduto per le illusioni dei neocon e per le guerre scelte dagli Usa. È arrivato il momento di rinnovare la diplomazia per porre fine ai conflitti che imperversano nel mondo.

*FONTE: https://www.commondreams.org/opinion/brics-summit-2024

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