La censura sionista si abbatte sulla Sapienza: annullata la presentazione del libro di Sinwar

05 Marzo 2025 10:00 Agata Iacono


di Agata Iacono



Annullata la presentazione del libro di Sinwar "Le spine e il garofano", programmata da tempo presso la facoltà di lettere dell'università La Sapienza. Fino alla sera di martedì 4 marzo circolava, in moltissime chat solidali con il popolo palestinese, il messaggio pubblicato dal Movimento degli Studenti Palestinesi, che riportiamo integralmente:
"La presentazione del libro Le Spine e il Garofano si terrà comunque!
Università La Sapienza – Facoltà di Lettere, Aula VI Piazzale Aldo Moro 5, Roma
Nonostante il pericoloso e inaccettabile tentativo di vietare la presentazione di un libro e di censurare la libertà di parola in un’università pubblica, riusciremo comunque a portare avanti questo evento.
Alla luce dei fatti di questi giorni, delle accuse diffamatorie e della campagna di censura che abbiamo subito, questa presentazione è più necessaria che mai. Difendere il diritto alla conoscenza e al dibattito è un dovere di tutti.
Vi invitiamo a partecipare numerosi per affermare il principio che nessun libro deve essere censurato e che l’università deve rimanere un luogo di confronto e libertà di pensiero."
Favorevole al rogo dei libri, di nazista memoria, non poteva mancare "Sinistra per Israele", in un comunicato distopico in cui contemporaneamente condanna la resistenza palestinese come "terroristica" e la deportazione auspicata da Trump.

Potevano mancare i soliti media copia incolla mainstream usaid-orientati? Repubblica riporta "l'indignazione" di Donzelli e l'allarme di Segni sulla pericolosità della presentazione dell'autobiografia di Sinwar.
Naturalmente più la censura è violenta e ingiustificata, più l'evento attrae persone, non fosse altro che per protestare pacificamente con la propria presenza contro il tentativo di mettere a tacere qualsiasi omertà sulla resistenza e sul genocidio.

L'evento sarebbe stato enormemente partecipato.
Questa locandina è diventata virale (dovrebbero studiare un po' di metodologia della comunicazione i nostri novelli catoni...).
Quindi, quasi a mezzanotte, l'annuncio dell'annullamento dell'evento.

"LA CENSURA SIONISTA CONTINUA
SU INTIMAZIONE SIONISTA È STATO DEFINITIVAMENTE CENSURATO L'EVENTO, GIÀ SPOSTATO UNA PRIMA VOLTA A CAUSA DELL'OSTRUZIONISMO DELL'UNIVERSITÀ LA SAPIENZA, CHE PREVEDEVA LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO "LE SPINE E IL GAROFANO" DI YAHYA SINWAR.
LA FACOLTÀ DI LETTERE, CON UNA MISERA STORIA SU INSTAGRAM, HA COMUNICATO IL DINIEGO ANCHE DI QUESTA SECONDA AULA PREDISPOSTA, CHE ERA GIÀ UN RIPIEGO DALL'AULA DI FISICA, PRIMO LUOGO DESIGNATO.
ULTERIORI COMPLICAZIONI CON GLI OSPITI HANNO IMPEDITO L'EFFETTIVO REALIZZARSI DELLA MANIFESTAZIONE.
RIMANIAMO IMBARAZZATI DAL SERVILISMO ESPRESSO DAL PIÙ POPOLATO ATENEO PUBBLICO ITALIANO, GENUFLESSO ALLA COMUNITÀ EBRAICA ROMΑΝΑ.
DI CERTO, QUESTO, NON CI FERMERÀ!"
L'INIZIATIVA SARÀ ESPLETATA COMUNQUE, IN FORMA DIVERSA, NEI PROSSIMI GIORNI.
RIMANETE INFORMATI: INSIEME NON INDIETREGGEREMO!
PALESTINA LIBERA!
INTIFADA FINO ALLA VITTORIA!"
Movimento Studenti Palestinesi
Cosa hanno vietato con tanta foga? E perché?
Tra ipocriti appelli di ebrei italiani sui giornali e un premio Oscar è cambiata la situazione?
No, perché quella che è in atto è una stereotipata metodologia Hollywoodiana, stile "Radici" o film con "nativi buoni e sottomessi", spalmati di tanta falsa pietas, ad uso e consumo delle autoassoluzioni del colonialismo.
Ma la resistenza no.

La resistenza fa paura, perché non piagnucola.

E Sinwar fa ancora più paura da morto.
Il libro è una "saga familiare a sfondo autobiografico, dove Sinwar intreccia con straordinaria intensità narrativa i fili della sua vita e della storia collettiva del suo popolo fondendo il ricordo con quello di milioni di palestinesi.

Attraverso uno sguardo lucido e appassionato, Sinwar ci narra l’infanzia nei vicoli dei campi profughi, la vita domestica, i lutti e gli amori di un popolo, conducendoci poi nelle prigioni israeliane e nei luoghi segreti della resistenza e offrendoci uno spaccato vivido e intimo di un conflitto che trascende il tempo e le generazioni.

Il racconto ripercorre il tempo dell’occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza dopo la Guerra dei Sei Giorni, il dramma dell’esilio, e nascita della resistenza e le diverse tappe della lotta di liberazione nazionale tra le quali: la fondazione del Movimento Islamico, la prima e la seconda Intifada, gli Accordi di Oslo e il loro fallimento.

Queste pagine scritte nel corso dei ventidue anni della prigionia nelle carceri israeliane , costituiscono un documento unico che offre al lettore una testimonianza dall’interno di un conflitto che continua a plasmare il destino del mondo."

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