La debolezza strutturale degli Stati Uniti

di Alessandro Volpi*

Nonostante l'accordo, temporaneo, con la Cina, i rendimenti dei titoli di Stato Usa continuano a salire, a dimostrazione che la situazione del debito federale, e più in generale, del dollaro e dell'economia americana è profondamente critica. Entro la fine dell'anno, il Tesoro americano deve collocare titoli in scadenza per 9 mila miliardi di dollari. Si tratta di una pesante eredità lasciata dai democratici, da Biden e dalla sua segretaria al Tesoro Yellen, che hanno imbottito il debito Usa di titoli a breve scadenza per evitare di ingolfare le scadenze più lunghe, facendo perdere ai decennali e ai trentennali la natura di beni rifugio. Hanno scelto così di indebitarsi a breve, con un costo altissimo e con l'esigenza, appunto, di continui rinnovi.

In pratica, i democratici hanno nascosto la polvere sotto il tappeto e hanno favorito le disastrose politiche degli alti tassi praticati dalla Federal Reserve, favorevoli solo alle Big Three. Ora Trump deve trovare compratori per i 9 mila miliardi, subendo il ricatto delle stesse Big Three, grandi possessori di debito federale, e non riuscendo a convincere alcun paese estero a fidarsi del debito americano: anche perché, a differenza di quello che pensa qualche ameno commentatore italiano, gli Stati hanno ben poche possibilità di comprare grosse partite di debito americano.

In questo senso, le furbizie di Biden e Yellen possono provocare un crollo degli Usa se Trump non accetta una totale sottomissione ai fondi della grande finanza che, comunque, dato il disastro in essere pare decisamente non bastare.

*Post Facebook del 14/05/2025

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