La liberazione di Cecilia Sala: quali "contropartite" all'Iran e a Trump?

08 Gennaio 2025 15:00 Paolo Desogus


di Paolo Desogus*

Cecilia Sala è stata liberata. È indubbiamente un successo del governo italiano e della Presidente del Consiglio. Il viaggio di Giorgia Meloni da Trump ha avuto un esito positivo.
Occorre però chiedersi qual è la contropartita. Forse però occorre anzi usare il plurale e parlare di “contropartite”. La prima è nota e riguarda l’Iran: l’ingegnere iraniano, secondo fonti americane, verrà rimpatriato. L’autorizzazione al rilascio è però dovuta a Trump. E dunque, come dobbiamo interpretare il suo gesto? Come un atto di magnanimità? Come il frutto di una sensibilità umanitaria? Figuriamoci!

Trump ha fatto un favore molto grande a Giorgia Meloni, che avrà modo di capitalizzare mediaticamente il suo successo diplomatico, compiuto a questo punto senza dover spartire i meriti con i servizi segreti e cioè con Elisabetta Belloni, dimessasi il 23 dicembre, pochi giorni dopo l’arresto di Cecilia Sala per protesta a seguito delle ingerenze del governo sul suo operato..

È anzi da credere che il litigio con Giorgia Meloni con il capo dei servizi sia stato una montatura per rendere pubbliche le dimissioni proprio alla vigilia della liberazione di Cecilia Sala e creare così la narrazione della Presidente underdog capace di ottenere grandi risultati senza il peso degli apparati statali.

Tutto questo baccano mediatico è gratis? Ovviamente no. Anche Trump deve capitalizzare da questa vicenda. Il suo è anzitutto un monito verso chi ancora tentenna in Europa nel sostegno della sua presidenza. Il suo messaggio è: “chi sta con me può godere di vantaggi da poter giocare mediaticamente”.

Ma di quali vantaggi stiamo parlando? Si tratta di vantaggi immateriali, appunto mediatici, che comportano poca pena per gli Usa e che come contropartita hanno la sottomissione politica del beneficiario, cioè noi.

Essendo (almeno sul piano temporale) i primi maggiordomi della nuova corte trumpiana avremo senz’altro vantaggi maggiori di quelli che otterranno coloro che si aggregheranno nel frattempo. In tutti i casi la liberazione di Cecilia Sala si iscrive in un contesto gepolitico in cui l’Italia svolgerà una funzione subalterna verso gli Stati Uniti.


*Post Facebook del 8 gennaio 2025

Le più recenti da Mondo grande e terribile

On Fire

"Se l'Italia entra in guerra".... un sondaggio shock del Garante agli adolescenti italiani

di Agata Iacono per l'AntiDiplomatico "Come ti informi sulla guerra? Quali emozioni provi davanti alle immagini dei conflitti? Cosa pensi del ruolo della tua generazione nella costruzione...

"Attacchi preventivi" della Nato? Il Generale Andrei Gurulëv sintetizza la pianificazione strategica russa

  di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico La Russia non aspetterà che un eventuale conflitto passi a quella che l'Occidente definisce una fase "convenzionale". In caso di una guerra di vasta...

Svelati i piani di guerra diretta contro la Russia dei Paesi NATO

di Clara Statello per l'AntiDiplomatico Karl Marx scriveva che la cultura (della classe) dominante interpreta la realtà capovolgendola come in una camera oscura. Tale metafora potrebbe applicarsi...

"La lista di Kaja": la mezzanotte della democrazia in Europa

  di Clara Statello per l'AntiDiplomatico Siamo alla buia mezzanotte dell’Unione europea. Ad un passo dal fallimento dei nostri valori, ideali, ad un passo dalla guerra. Al capolinea della...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa