Il 22 dicembre scorso un manipolo di estremisti europeisti, accompagnati da alcuni imboscati ucraini, ha fatto irruzione nella sede della conferenza organizzata dall’ANPI di Napoli, “Russofobia, russofobia: verità”, contestando gli intervenuti e arrivando a strappare di mano il microfono al professor Angelo D’Orsi. Dopo questo episodio di grave intimidazione, né l’ANPI nazionale né le forze politiche locali hanno espresso la benché minima solidarietà; al contrario, di concerto con gran parte della stampa filo-europea, sono state lanciate accuse e insulti nei confronti delle vittime dell’accaduto.
In questo quadro particolarmente grave, merita invece di essere segnalata positivamente l’iniziativa di un gruppo di studenti dell’Università di Napoli, che ha deciso di diffondere un comunicato di solidarietà al professor D’Orsi.
“In merito ai fatti del 22/12
Col Natale alle porte, il 22/12 si è tenuto presso la nostra università, la Federico Il di Napoli, un convegno organizzato dall'ANPI, con gli interventi di Alessandro Di Battista e del prof. Angelo D'Orsi. Mentre c'era chi pregustava struffoli e pandoro, c'era anche chi organizzava una (lecita, in quanto vige ancora seppure debolmente una dimensione democratica) contestazione. Contestazione giustificata con l'accusa di "russofilia" verso gli organizzatori. Al termine del convegno, una manica di militanti liberali (varie sigle: Ora, Radicali, +Europa e l'associazione LiberiOltre), assoldando ideologicamente persone di origine ucraina e di chiaro schieramento anti-russo, hanno messo in piedi un ridicolo flash mob, al quale è seguito un'aggressione verbale (e per poco anche a carattere fisico) ai danni dei medesimi organizzatori del convegno, in nome di una presunta difesa dell'altrettanto supposta lesa "democrazia" e della libertà dell'Ucraina. Tentativi di apporre (democraticamente) spille azovite (simbolo di crimini e violenza terrificanti dal ormai quasi un dodicennio nell'Oriente Ucraino) sul docente D'Orsi; sottrazione (democratica) del microfono dalle mani del suddetto docente; contestazione del viaggio (nondemocratico) del prof. D'Orsi nella cosiddetta "terra del male" (la Russia) e via discorrendo. Nel mentre della contestazione, i nondemocratici (D'Orsi, Di Battista ? organizzatori) ascoltavano il democraticissimo discorso di un giovane esponente liberale. È seguito poi il caos: non contenti, gli squadristi liberali, hanno ritenuto fosse legittimo e democratico inseguire il prof. D'Orsi, in lungo e in largo per l'università, per chiedere spiegazioni in merito al suo viaggio in Russia (non accettabile in una democrazia). II professore è costretto, dunque, a dover lasciare la città, con sdegno e manifestando (giustamente) preoccupazione per quanto accaduto. E pure, il prof. D'Orsi, a cui va tutto il nostro sostegno, la nostra stima e solidarietà, non è nuovo a questo tipo di "contestazione democratica". Già nel mese scorso, infatti, il suo convegno sulla "Russofobia", è stato più volte censurato nella sua Torino: prima dal tandem Picierno-Calenda (fresco di tatuaggio), successivamente dai salesiani, presso i quali doveva tenere tale convegno. Ma non è tutto: negli ultimi 4 anni, chiunque provi a far luce su quanto accade in Ucraina, chiunque provi ad analizzare criticamente la situazione e chiunque provi a dissentire rispetto alla propaganda ufficiale di regime, viene (democraticamente) censurato. È successo al prof. Orsini, ultimamente a Lucio Caracciolo (e alla sua rivista di geopolitica Limes), al giornalista Giorgio Bianchi e molti ancora. Questo è il clima di censura instaurato in Italia (e non solo) in questi anni, difeso a spada tratta dai media, dai partiti e, ora, dai democratici squadristi. Alla luce di questi fatti, come studenti di Storia della Federico II, siamo chiamati a difendere la (vera) libertà di parola, la (vera) libertà di espressione e la verità, e a condannare ogni tentativo di deturpamento di questi principi, da qualsiasi parte politica provenga. In quanto aspiranti storici noi dobbiamo porci come sentinelle della veridicità se non immediatamente della verità storica: non possiamo accettare manipolazioni dei dati, offuscamento della realtà, vittimismo infame e smentito da prove visive e testimonianze degli aggrediti. Vogliamo che emerga dalle occasioni di confronto non il tentativo di inquisire un intero popolo ricco di Storia e di glorie quale quello delle Russie, ma gli effettivi argomenti che consentano di ricostruire il quadro di una guerra che militarmente si disputa da quasi 4 anni apertamente e più di 10 nelle forme più disparate. Si parli di Odessa e dei suoi martiri, di Euromaidan, delle 13 basi americane nascoste al fronte che conduce alle porte di Mosca, dei fondi che l'Occidente ha inviato alle vili élites oligarchiche di Kiev che hanno provocato la morte di un'intera generazione di giovani ucraini. Il nostro augurio è che tra questi due popoli torni a splendere il segno della fratellanza e del bene, contro i nemici che lavorano contro gli interessi di quello che è un nostro vicino (molto di più dei campioni democratici statunitensi) ovverosia la Russia. La nostra solidarietà al prof. D'Orsi, ad Alessandro Di Battista, agli organizzatori dell'ANPI e a tutti i presenti".
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