Mentre "gli europei" stanno facendo di tutto per neutralizzare il piano di pace (un piano, ricordiamolo, "scritto dai russi" che "regala l'Ucraina a Putin", dove però la Russia si tiene al confine un esercito permanente di 600.000 uomini, più di Turchia e Polonia messi insieme, e senza limitazioni sugli armamenti di cui può disporre, accetta che le sanzioni siano tolte solo gradualmente, una alla volta e solo dopo che il processo di pace sia diventato definitivo, che nelle oblast' di Cherson e Zaporizhija la linea del fronte diventi il confine e che l'area non sia riconosciuta de iure come appartenente alla Federazione Russa, e che la centrale nucleare di Enerhodar sia amministrata dall'IAEA e lavori al 50% a vantaggio dell'Ucraina. SPQR, avrebbe detto Asterix, Sono Pazzi Questi Russi), un media occidentale per niente di scarso peso come il Wall Street Journal (link 1) sta introducendo un discorso interessante: giusto o sbagliato, necessario o meno che sia, ai militari ucraini il piano non piace, soprattutto la parte in cui dovrebbero abbandonare la parte dell'oblast' di Donetsk che ancora controllano. "Ogni ordine da parte di Zelensky di cedere le città pesantemente fortificate del Donbas settentrionale, come richiesto dal piano, potrebbe fare esplodere una crisi nei rapporti tra [potere] civile e militare [...] Puoi tagliare l'intelligence, puoi tagliare il supporto, ma nell'immediato non avrà importanza perché l'esercito ucraino continuerà a combattere. Non sono nello stato d'animo di arrendersi", spingendosi addirittura a ricordare l'imbarazzante episodio dell'ottobre 2019, violentemente spinto sotto il tappeto della memoria collettiva, della visita di Zelensky alla cittadina di Zolote e dei soldati che si rifiutarono, davanti alle telecamere, di abbandonare le loro posizioni nel quadro degli accordi di de-escalation dell'epoca facendogli chiaramente capire che forse a Kiev comandava lui, ma da quelle parti decidevano loro cosa fare.