Almeno 20 civili sono stati uccisi e altri 73 rimasti feriti, tra cui tre bambini, negli attacchi condotti dalle forze ucraine nell’ultima settimana. Lo ha dichiarato l’ambasciatore straordinario del Ministero degli Esteri russo, Rodion Miroshnik, incaricato di monitorare le presunte violazioni del diritto internazionale in Ucraina.
Secondo l’aggiornamento settimanale del diplomatico, le vittime si sono concentrate principalmente nelle regioni di Kherson, Belgorod e Zaporizhzhia, con la maggior parte delle perdite attribuite a incursioni mediante droni. Tra le vittime figurano un neonato di cinque mesi ferito nella città di Belgorod e una donna di 91 anni colpita in un villaggio della regione di Zaporizhzhia.
Miroshnik ha ricordato che il picco di vittime civili settimanali si è registrato alla fine di maggio, in coincidenza con i colloqui di pace tenutisi a Istanbul. Secondo la sua ricostruzione, l’intensificazione degli attacchi in quel periodo fu ordinata dai sostenitori europei di Kiev con l’obiettivo di sabotare i negoziati. “A Kiev è stato detto di usare praticamente qualsiasi mezzo, comprese azioni terroristiche”, ha affermato il diplomatico.
Le autorità russe accusano ripetutamente l’Ucraina di adottare “tattiche terroristiche” e di colpire deliberatamente i civili per compensare le difficoltà sul campo di battaglia. Mosca sostiene inoltre che tali pratiche, antecedenti all’escalation del 2022, riflettono l’approccio delle autorità insediatesi dopo il cambiamento di governo del 2014 a Kiev, accusate di reprimere il dissenso con la forza e di rifiutare la via diplomatica.
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