di Daniele Luttazzi - Nonc'èdiche, Fatto Quotidiano 30 luglio 2025
Venerdì scorso il manifesto ha smascherato le menzogne del governo Meloni sulle forniture di armi a Israele. Lo Stato maggiore della Difesa – secondo un documento dell’Aiad (Federazione aziende italiane per l’aerospazio la difesa e la sicurezza, la sezione di Confindustria per la Difesa) – ha convocato le aziende italiane che producono sistemi dual use a un incontro con rappresentanti militari di Israele per una possibile cooperazione bilaterale. I sistemi dual use sono software e hardware utilizzabili sia per scopi civili che militari (vedi Paragon). Il 15 ottobre 2024 la Meloni ha dichiarato: “Dopo l’avvio delle operazioni militari israeliane a Gaza, il governo ha sospeso immediatamente l’esportazione per materiali di armamento verso Israele”. A maggio le ha fatto eco il ministro della Difesa Crosetto: “Abbiamo sospeso l’esportazione di armi italiane in Israele”. Ma le imprese federate all’Aiad sono 244, fra cui aziende informatiche e tessili.
Il manifesto: “Dichiarare che l’Italia non fornisce armamenti a Israele e poi vendere elettronica per comunicazioni satellitari o droni militari, oppure componenti per la guida dei droni, o servizi per la costruzione di droni con stampanti 3d, o persino i tessuti per le uniformi militari, smentisce di fatto la premessa”. Nel documento che informa sull’incontro promosso dallo Stato maggiore della Difesa coi militari israeliani, l’Aiad chiede alle aziende interessate contributi aggiornati sullo stato dei rapporti con Israele: “In essere, pregressi o in divenire”. L’ipocrisia è lampante: l’Italia, insieme con altri 27 Paesi, ha chiesto la fine dei crimini di guerra a Gaza, ma continua ad avere rapporti commerciali militari con Israele, dei cui crimini dunque è complice. Insomma balle, balle, balle. Del resto, a quante cose sbagliate ci hanno fatto credere, da quando siamo al mondo?
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