Legge di Bilancio e schedature di massa

di Federico Giusti

Un emendamento di FdI alla Legge di Bilancio vorrebbe imporre una comunicazione preventiva per partecipare agli scioperi. Momentanea ritirata in attesa di tempi migliori per un attacco ancor più forte ai lavoratori e alle lavoratrici.
La notizia è uscita su alcuni giornali, su quelli che almeno tentano di fare inchiesta e informazione senza limitarsi alle veline del Governo, Fratelli d’Italia vorrebbe avere una lista preventiva degli scioperanti che sarebbero costretti a comunicare la loro adesione con giorni di anticipo e senza opportunità di tornare sulla loro decisione. Ad oggi la comunicazione relativa alla propria partecipazione ad uno sciopero organizzato è assolutamente libera, può essere resa come rifiutata senza incorrere in sanzioni si sorta perchè il datore di lavoro non può imporre l’obbligo di comunicazione preventiva.
L'emendamento, annunciato sul finire della settimana scorsa, dopo le polemiche suscitate, in meno di 48 ore, è stato ritirato per iniziativa diretta del proponente, il senatore Gelmetti che annuncia " di proporre in futuro un disegno di legge più articolato, sul quale sono certo sarà possibile un confronto più completo". Fate attenzione: la polemica rischiava di portare acqua al mulino del sindacato e di convincere anche gli scettici della volontà governativa di rivedere l'insieme delle norme in materia di scioperi per limitare la libertà di scelta del singolo lavoratore e soprattutto l'agibilità sindacale.
Ma le ragioni addotte sono da attenzionare ove si spiega che gli scioperi nei servizi sono contro gli utenti e non le aziende e si penalizza un servizio pubblico finanziato con fondi statali insinuando che in certi settori non sia poi ammissibile l'astensione dal lavoro.
Se il parlamentare voleva liberare il Governo da una situazione imbarazzante, il ritiro dell'emendamento è andato nella giusta direzione, se invece volessimo comprendere meglio le ragioni addotte avremmo seri motivi per essere estremamente preoccupati .
Proviamo a capire meglio la questione, se oggi sia facoltativo od obbligatorio comunicare l'adesione ad uno sciopero in maniera preventiva o se invece il problema va inquadrato dentro il progetto sempre verde delle destre di limitare il diritto di sciopero.
A sciopero indetto, ad esempio nella scuola ma ormai in tutta la Pubblica amministrazione, il dirigente può chiedere alla forza lavoro di comunicare la eventuale adesione alla protesta ma la risposta, qualunque essa sia, resta un mero atto di cortesia da parte del lavoratore.
A legittimare questa libertà di scelta interviene anche qualche Sentenza della Magistratura con la condanna di un paio di datori che avevano licenziato dei loro dipendenti per non avere comunicato la partecipazione ad uno sciopero pensando che tra i doveri di correttezza e buona fede dovesse anche includersi la preventiva informazione alla azienda in caso di adesione a uno sciopero.
La questione non è di poco conto perchè mira direttamente ad ingabbiare la libertà di sciopero per legittimarne la efficacia. In piccole aziende o dove il sindacato viene quotidianamente avversato, gli scioperi riescono quando gli aderenti non finiscono sotto i riflettori, passibili di atteggiamenti ritorsivi o comunque di atteggiamenti aziendali che potrebbero condizionarne la libertà di scelta. Non solo la nozione di servizi minimi essenziali e di fasce in cui garantire i servizi pubblici è stata utile a ridimensionare lo strumento dello sciopero , una comunicazione preventiva sarebbe un ulteriore tassello da aggiungere al quadro liberticida che mira a delegittimare ogni azione conflittuale della forza lavoro.
La polemica del Governo sulla scelta del venerdi' per gli scioperi generali è infatti strumentale, si butta in caciara la discussione provando a delegittimare le ragioni sindacali, si porta un attacco concentrico al diritto di sciopero specie nel settore dei trasporti gettando discredito sulla forza lavoro, come se scioperare non rappresentasse un costo per quanti sono già alle prese con la erosione del potere di acquisto di buste paga leggere.
Quella di attaccare scioperi e conflitti è una vecchia Strategia tipica del Governo che possiede ben pochi argomenti, ad esempio dovrebbe spiegare ai suoi elettori perchè i contratti siglati sono tutti al di sotto del potere di acquisto come avveniva con i disprezzati esecutivi tecnici o perchè ha promesso la riduzione delle accise che invece aumentano. Uno sciopero non viene mai convocato a cuor leggero, non si tratta di marinare la scuola per recarsi al mare in un giorno di primavera, i lavoratori perdono per ogni sciopero decine di euro ai quali aggiungere altri istituti contrattuali legate alla effettiva presenza in servizio.
L'emendamento alla Legge di Bilancio, con l'obbligo di comunicare preventivamente la partecipazione allo sciopero e con una sorta di adesione irrevocabile sotto forma scritta al datore di lavoro non trova alcuna giustificazione nel diritto del lavoro o nelle norme che hanno limitato il diritto di sciopero prevedendo prestazioni minime e indispensabili in taluni settori attraverso alcune fasce orarie nelle quali è impossibile scioperare. Viste le polemiche, provenienti anche da sindacati amici, l'emendamento è stato ritirato ma presto gli stessi contenuti saranno riproposti con un nuovo testo di legge.
Pensare di avere nomi e cognomi degli scioperanti con giorni di anticipo è finalizzato al fallimento dello sciopero, a nostro avviso siamo davanti alle classiche prove tecniche di quel pericoloso autoritarismo in un momento storico in cui si rinnovano contratti con erosione del potere di acquisto e senza investire nelle infrastrutture, negli strumenti di lavoro, nel welfare. Se poi pensiamo ai settori in crisi dell'economia, la possibilità che gli scioperi di settore possano esplodere si fa concreta destando preoccupazioni nel governo.
Chiunque oggi minimizzi il problema parlando di equivoco o scivolone vuole vendere una immagine edulcorata del Governo, giorno dopo giorno gli spazi di libertà e di democrazia collettiva vengono minacciati e compressi, prova ne sia il decreto sicurezza la cui edizione del centro destra è andata ben oltre alle già pericolose derive autoritarie degli Esecutivi precedenti.
Crearsi dei nemici pubblici resta poi lo strumento migliore per il classico vittimismo con cui sottrarsi alle critiche e alle obiezioni. Questo emendamento , oggi ritirato, va in realtà cancellato in toto perchè la sua presentazione è servita a sondare il terreno e la risposta della pubblica opinione, a breve torneranno alla carica con un testo ancor peggiore

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