L'Ue "consiglia" alla Lituania di alzare età pensionabile a 72 anni

24 Aprile 2021 11:18 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Pensione? Forse dopo la morte. Dev’essere questo il ragionamento che muove certe decisioni intrise di fanatismo neoliberista in quel di Bruxelles. Con il pretesto di mantenere i sistemi pensionistici sostenibili, la Commissione Europea invita tutti i paesi ad innalzare l’età pensionabile. La vita lavorativa media degli europei, secondo i pasdaran del libero mercato che siedono a Bruxelles, dovrebbe in media innalzarsi ai 70 anni. Per l’Italia l’indicazione è arrivare ai 71 anni.

Lo scrive la Commissione Ue nel suo Libro verde sull'impatto dell'invecchiamento della popolazione.

Le ultime proiezioni di Eurostat suggeriscono che a poter andare in pensione prima dei settant'anni sarebbero solo i lavoratori di Malta, Ungheria e Svezia, mentre in Lituania e Lussemburgo si raggiungerebbero i 72 anni, evidenzia l’agenzia Ansa.

Le motivazioni? Sempre le solite trite e ritrite che abbiamo ascoltato in questi anni di cupo neoliberismo che hanno condotto dritti allo sfascio attuale amplificato dalla pandemia. “I sistemi pensionistici potrebbero sostenere una vita lavorativa più lunga adattando automaticamente l'età pensionabile o i requisiti di carriera, i tassi di maturazione o i benefici in modo da riflettere una maggiore aspettativa di vita", scrive l'Esecutivo Ue. Quindi per mantenere "i sistemi pensionistici sostenibili", consiglia di "limitare il pensionamento anticipato a casi oggettivamente giustificati, stabilire un diritto generale a lavorare oltre l'età pensionabile e regimi di pensionamento flessibile".

L’eurodeputato del Partito del Lavoro del Belgio (PTB) Marc Botenga evidenzia su Twitter quella che forse è la vera ragione che porta i neoliberisti a voler continuamente innalzare l’età pensionabile: abolire le pensioni.

“La Commissione Europea consiglia alla Lituania di aumentare l'età pensionabile a 72 anni. L'aspettativa di vita degli uomini in Lituania è di 71,5 anni. Ci fanno morire sul lavoro piuttosto che far pagare il capitale”.

Insomma, siamo davanti all’ennesima riprova, se ancora ve ne fosse bisogno, del vero ruolo dell’Unione Europea. Cane da guardia del capitale e affamatrice dei popoli europei.

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