Uno dei principali canali di informazione francese LCI mostra in diretta TV un soldato ucraino attualmente in Russia che sfoggia orgogliosamente un elmetto nazista delle SS.
Il conduttore è visibilmente imbarazzato (video sottotitolato in calce all'articolo) con la propaganda di anni che si frantuma. L'elemento che più fa riflettere se osservate con attenzione questo breve documento è che i protagonisti della tramissione non sono turbati dal fatto che ci siano nazisti dichiarati tra i soldati ucraini, ma il loro malessere nasce dal fatto di non aver controllato bene le immagini prima di averle trasmesse.
Questo minuto è un trattato di come funziona la narrazione delle corporazioni mediatiche filo NATO. L'obiettivo non è mai riportare le notizie, ma essere megafono di una specifica "strategia di comunicazione". Poi qualche volta il tutto si inceppa e lo spettacolo è meraviglioso. Uno degli esperti presenti in trasmissione chiosa correttamente: "è esattamente così che si distrugge una strategia di comunicazione"...
VIDEO CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO QUI:
QUI LA TRASMISSIONE COMPLETA DA CUI E' TRATTO IL VIDEO: https://www.tf1info.fr/replay-lci/videos/video-le-temps-de-l-info-du-15-aout-2314776.html
AGGIORNAMENTI Ore 20:30 Il ministro della Difesa iraniano arriva in Cina per il forum sulla sicurezza Il ministro della Difesa iraniano Aziz Nasirzadeh è arrivato in Cina per un...
di Agata Iacono Cos'è la droga che l'autorità palestinese avrebbe trovato mescolata alla farina dei cosiddetti aiuti umanitari gestiti dai contractors, (leggi...
"Israele ha il coraggio di fare quello che l'Europa non ha il coraggio di fare". In un discorso shock pronunciato alla seduta plenaria dell'Europarlamento dello scorso 17 giugno, sfuggito alla totalità...
di Pepe Escobar – Strategic Culture [Traduzione a cura di: Nora Hoppe] Andiamo al sodo. Il devastante attacco all'Iran da parte dello psicopatico genocida “prescelto”...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa