di Paolo Desogus*
Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sulla grande pochezza di Maurizio Molinari, neodirettore del quotidiano la Repubblica, eccovi serviti con una bella dose di vecchio paternalismo finalizzato ad alimentare la becera competizione tra lavoratori. Il giornale ha istituito un premio settimanale al miglior dipendente: pensate, ben 600 euro e, signore e signori, una spilletta a forma di “R”, che però non sappiamo se sta per Ripugnante o Ricatto.
C'è però poco da stupirsi, con l'arrivo della famiglia Agnelli arriva anche un modo di concepire il lavoratore fondato sullo sfruttamento, sulla competizione da cui discende l'abolizione dei legami di solidarietà e di umanità tra lavoratori. Molinari è in fondo una sorta di Feltri, con l'unica differenza che Feltri non si limita a vomitare il pensiero di destra ultra capitalista e Ottocentesco di cui anche gli Agnelli sono espressione.
Molinari ne fornisce anche una chiara applicazione dentro il luogo di lavoro di cui è il direttore.
*Professore alla Sorbona di Parigi
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