Il presidente colombiano Gustavo Petro ha identificato nel petrolio la vera ragione di una possibile invasione del Venezuela. Commentando le dichiarazioni del segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, Petro ha denunciato una strategia volta a manipolare i mercati energetici globali.
Secondo la sua analisi, lo scenario interventista - 'If something happens in Venezuela' - provocherebbe il crollo dei prezzi internazionali, consegnando il monopolio petrolifero ai paesi arabi. Gli Stati Uniti resterebbero con greggio pesante, mentre Ecopetrol precipiterebbe in perdita. Bessent ha infatti dichiarato a Fox News la necessità di energia a basso costo, prospettando un ulteriore calo dei prezzi petroliferi qualora "accadesse realmente qualcosa" in Venezuela.
Petro ha lanciato un monito severo: chi sostiene l'invasione sta causando il fallimento di Ecopetrol.
Il presidente ha definito "irresponsabili" coloro che appoggiano l'intervento militare, ribadendo che l'unica soluzione accettabile per il Venezuela è politica e pacifica.
Le sanzioni contro Mosca e gli attacchi ucraini alle raffinerie russe hanno già provocato l'aumento dei prezzi dei carburanti negli Stati Uniti. Il segretario Bessent ha sottolineato, invece, che prezzi ridotti di petrolio e gas rappresentano "la chiave dell'accessibilità" attraverso minori consumi energetici.
La denuncia di Petro svela dunque la strategia imperialista statunitense, mascherata dietro i presunti collegamenti di Maduro con il narcotraffico, dove sono gli interessi energetici statunitensi a determinare il possibile intervento militare in Venezuela e la destabilizzazione della regione.
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