di E. Gentili, F. Giusti
'Primi in Europa per obiettivi e importi'. Così titolavano i principali mezzi d’informazione qualche giorno fa. Secondo Meloni, infatti, l’Italia «è stata la prima a richiedere il pagamento della V rata» del PNRR, nonché la prima «ad aver richiesto il pagamento della VI»[1].
Peccato che siamo “primi in Europa” per importi da tempo e, soprattutto, de facto, dal momento che nel 2021 sono stati stabiliti per l’Italia finanziamenti maggiori rispetto a quelli per gli altri Paesi comunitari. Questo spiega perché il nostro Paese ha ricevuto il 58,4% dei fondi, mentre ad esempio la Francia, pur essendo soltanto alla III rata, il 76,6%[2].
Tra l’altro la quinta rata italiana ha perso fondi dopo la revisione del PNRR dell’autunno 2023, passando dai 18 miliardi agli 11,1 (così come la sesta, che va dagli 11 agli 8,5) e prevedendo, così, obiettivi ridotti, e successivamente la Commissione Europea ha accolto la modifica del quadro «in materia di appalti pubblici e concessioni» (qualcuno sa perché)[3]. In più, per ottenere l’approvazione della quarta rata il Governo aveva richiesto la modifica di alcuni traguardi e obiettivi[4].
Il motivo per cui ad oggi è già stata richiesta la VI rata, infine, è che l’Italia probabilmente presenta in assoluto le tempistiche più larghe per l’approvazione delle rate, in quanto i controlli che gli organismi comunitari devono effettuare sono più approfonditi per la presenza di maggiori irregolarità, per lo scarso monitoraggio e per via di una situazione non uniforme su tutto il territorio nazionale[5].
In un precedente articolo[6] avevamo analizzato le difficoltà italiane nell’utilizzare i fondi Pnrr, attribuendo i ritardi innanzitutto a difficoltà della PA (pesantemente sottorganico) e alle infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione di appalti e subappalti.
Le varie disposizioni realizzate dai Governi precedenti, che aumentavano progressivamente il limite di importo del finanziamento entro cui non sono necessari controlli sulle procedure d’appalto, nonché la trovata del Governo attuale di garantire «ad amministratori e dirigenti pubblici uno scudo quasi totale, che eviterebbe loro ogni accusa e contestazione di colpa grave per danno erariale»[7], potranno relativamente accelerare l’assegnazione degli appalti e la conseguente erogazione dei fondi Pnrr ma, di certo, non sono adatte a garantire un corretto utilizzo dei fondi e a tutelarsi dalle infiltrazioni criminali, che anzi da questa situazione potrebbero trarre ulteriore giovamento.
Si tratta di un malfunzionamento del nostro sistema economico o di una sua caratteristica intrinseca? Per Bruxelles sembrerebbe essere la seconda opzione: criticando la precedente normativa italiana per i limiti imposti al subappalto a cascata, la Commissione ha direttamente contribuito a ispirare il nuovo Codice dei contratti pubblici[8].
[1] G. Meloni, Intervista riportata su «Ansa» del 5 Agosto 2024, https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/08/05/meloni-italia-prima-in-ue-per-obiettivi-e-importi-pnrr_2d861c75-3a43-4445-b943-447e0f754216.html
[2] https://www.europarl.europa.eu/thinktank/infographics/RRF/recovery-resilience-facility/?lang=it#intro
[3] Commissione Europea, Comunicato stampa del 2 Luglio 2024, https://italy.representation.ec.europa.eu/notizie-ed-eventi/notizie/la-commissione-approva-la-valutazione-preliminare-della-quinta-richiesta-di-pagamento-dellitalia-2024-07-02_it
[4] Consiglio dell'Unione europea, Comunicato stampa del 19 Settembre 2023, https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/09/19/recovery-fund-council-greenlights-italy-s-targeted-amendment-of-its-national-plan/
[5] Cfr. L. Rizzo, R. Secomandi, A. Zanardi, Spagna batte Italia «a Pnrr», «lavoce.info», 03 Ottobre 2023.
[6] E. Gentili, F. Giusti, S. Macera, Attraversando il Pnrr. Parte I (II), «Machina», 28 Febbraio 2024, https://www.machina-deriveapprodi.com/post/attraversando-il-pnrr-ii
[7] Ibidem.
[8] Cfr. D. Lgs. 36/2023, art. 119.
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