Pomigliano, nuovo sciopero dello Slai Cobas: “Stellantis non riuscirà a recuperare 60.000 vetture perse”

08 Luglio 2023 16:26 Francesco Guadagni

Ecco a cosa porta la testardaggine e il delirio di onnipotenza padronale della dirigenza di Stellantis nello stabilimento ex Fiat di Pomigliano d’Arco. Da tre mesi i lavoratori sono in agitazione, con i cortei interni, poi gli scioperi, come quelli di questa mattina, contro i ritmi insostenibili della produzione e le precarie condizioni igienico sanitarie di alcuni reparti.

L’unica risposta aziendale è stata quella di indire i sabati lavorativi per recuperare la produzione dei modelli Fiat Panda e Alfa Romeo Tonale.

Il recupero della produzione, ben 60.000 vetture, è un’impresa difficile che mette in evidenza, tra l’altro, le carenze dell’organizzazione produttiva e dell’impiantistica della piattaforma di Pomigliano. Neanche il richiamo delle maestranze dallo stabilimento di Melfi, così come quelli altri operai da altri settori ha potuto mettere una toppa all’emergenza produttiva.

A dimostrazione di questo sbandamento, Stellantis ha chiesto ai sindacati di categoria firmatari degli accordi con l’azienda, Fim, Uilm, Fismic, Ugl metalmeccanici, AQCF, di far lavorare mezz’ora in più gli operai per recuperare la produzione. Una richiesta che neanche i sindacati firmatari di tutti gli accordi possibili e inimmaginabili sulla pelle dei lavoratori hanno potuto, al momento, accettare.

Lo Slai Cobas, che ieri aveva indetto lo sciopero di 8 ore contro l’ennesimo sabato lavorativo, chiarisce il quadro di quella che è stata la mobilitazione di oggi e lo stato della produzione aziendale:

“La prevista e confermata adesione al 40% dei lavoratori allo sciopero dello Slai cobas ancora una volta ha reso impossibile l’organizzazione del recupero della produzione delle vetture Panda e Tonale sui due turni costringendo l’azienda a far convergere più lavoratori possibili sul primo turno, compresi i trasfertisti di Melfi: rispetto alla preventivata produzione di 306 Panda, al primo turno, ne sono state prodotte solo 210; per la Tonale rispetto alle 206 preventivate ne sono state prodotte 100.”

Tra l’altro c’è un altro aspetto che lo Slai invita a considerare: “Non è pensabile colmare questo grave ‘deficit produttivo’ con l'intensificazione di ritmi e carichi di lavoro già insostenibili e che minano rovinosamente la salute dei lavoratori costretti inoltre ad operare in condizioni ambientali ed igieniche semplicemente vergognose. Ed è incompatibile il permanere della cassa integrazione strutturale da anni (e che tra altro falcidia i salari delle fabbriche Stellantis italiane già tra i più bassi in Europa) ed il ricorso al lavoro straordinario e i recuperi al sabato.”

A l’AntiDiplomatico, Mara Malavenda, ex deputata dello Slai Cobas, dell’esecutivo nazionale del sindacato di base, ci ha fornito ulteriori spiegazioni.

“É evidente che con gli scioperi in atto l’Azienda è impossibilitata ai recuperi della produzione persa al punto di essere costretta a confessare ai suoi sindacati le gravi magagne produttive che impediscono il decollo della fabbrica e ne pregiudicano il futuro.”

Malavenda ha avvertito che “di questo passo Stellantis non riuscirà a recuperare il deficit produttivo di 60.000 vetture perse. Deficit destinato in prospettiva ad estendersi per evidenti e gravi colpe Aziendali.”

Infine, dal sindacato di base hanno ribadito un concetto chiave di questa lotta: "Stellantis si rassegni: con le buone o le cattive riporteremo la democrazia in fabbrica per la forte tutela dei lavoratori e dei loro diritti.”

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