Prima assoluta di "Una storia antidiplomatica". L'ultimo lavoro di Michelangelo Severgnini

11 Gennaio 2024 06:00 Michelangelo Severgnini



di Michelangelo Severgnini

Questo venerdì presso il Teatro Flavio a Roma presenterò due miei ultimissimi lavori, che escono a distanza di un solo mese per quanto abbiano percorsi molto diversi. “Io no, capitano!” (’30, 2023) è stato un lavoro estemporaneo, realizzato in poche settimane seguendo il viaggio in Senegal dell’associazione Sandalia e incrociando l’esperienza sul campo di diverse associazioni locali che lottano contro l’immigrazione irregolare e la tratta di esseri umani.

“Una storia antidiplomatica” (’70, 2024) è un lavoro diverso. In qualche modo cominciato più di 5 anni fa, quando è cominciata la storia che poi mi ha portato a realizzare “L’Urlo”.

Se il primo di questi due lavori dunque cerca di aprire nuovi sguardi sulle trasformazioni sociali e politiche in atto in Africa, il secondo è un lavoro di sintesi. Una sintesi però che riporta a galla frammenti di questa lotta che ricomposti danno forma a nuove traiettorie, a nuove teorie.

Ed è stato un duro lavoro di analisi delle migliaia di fonti raccolte in questi 5 anni che inevitabilmente si è affiancato a quello che è stato ed è tuttora anche un percorso personale.

“Una storia antidiplomatica” supera il film “L’Urlo”, pur non essendo un film, ma piuttosto un documentario d’inchiesta e un atto d’accusa civile allo stesso tempo.

Ong, governi, banche, politici, trafficanti. Non abbiamo risparmiato nessuno. Li abbiamo messi tutti insieme nel presepio in cui brillano, nella giostra della migrazione che tutti insieme concorrono a far girare.

Venerdì pertanto, alle ore 20 al Teatro Flavio a Roma ci sarà la possibilità di vedere in esclusiva per la prima volta “Una storia antidiplomatica” che verrà solo successivamente distribuito sui canali de L’AntiDiplomatico.

Un’anteprima alla quale i presenti saranno chiamati a contribuire con la loro presenza critica e calorosa e a dare un primo sincero riscontro.

Vi aspetto!




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UNA STORIA ANTIDIPLOMATICA

(’70, 2024)

Regia di Michelangelo Severgnini

Prodotto da L’AntiDiplomatico

Una costituente della migrazione

con le prove che nessuno mai ti mostrerà

L’eco dell’Urlo si è persa nel vento che soffia sul mare, grazie ad un’operazione di censura senza precedenti. Eppure, durante un viaggio a Lampedusa, l’autore chiude il cerchio dopo 5 anni di ricerca, grazie a un documento ufficiale del governo usurpatore di Tripoli, mettendo in fila gli snodi di una storia indicibile, censurata, respinta: di una storia ignominiosa.

Alla vigilia delle commemorazioni del decennale del naufragio del 3 ottobre 2013, in una notte insonne, si manifesta in tutta la sua lucentezza la trama nascosta, ma non più occultabile, che ha segnato il decennio maledetto 2014-2024.

Fu proprio quella tragedia a rappresentare l’innesco per una narrazione fiabesca che ha nascosto l’occupazione militare della Libia, ottenuta con la soppressione del voto e il sostegno alle milizie, e che ha fatto della pornografia delle conseguenze il fumo per nascondere una vasta occupazione militare finalizzata al saccheggio delle risorse libiche.

Un decennio di barbarie ribattezzata “migrazione” che ha concesso agibilità alle mafie africane perché indisturbate e impunite allestissero un carrozzone infernale, allo scopo di attrarre nella trappola centinaia di migliaia di giovani africani.

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IO NO, CAPITANO!

(30', 2023)

Regia di Michelangelo Severgnini.

In co-produzione con Byoblu.

Con il sostegno dell'associazione Sandalia.

La società civile in Senegal si mobilita

contro il film di Garrone

Il film "Io capitano" di Matteo Garrone ci induce a credere che l'Europa per gli Africani valga il prezzo della propria vita.

Non è così. La verità dice al contrario che l'Africa sta lottando perché i propri figli non cadano nella trappola dei trafficanti di esseri umani.

Per questo "Io no, capitano!" è la risposta a questo ennesimo trucco narrativo del cinema italiano ed occidentale.

"Io no, capitano!" è un documentario che raccoglie il punto di vista dei Senegalesi in Senegal, in particolare nelle periferie di Dakar dove origina la storia del film di Garrone.

Una realtà ignorata in Italia dove la lotta alla migrazione irregolare viene condotta da associazioni di Senegalesi presenti in ogni quartiere, attraverso la sensibilizzazione dei ragazzini prime vittime dei raggiri dei trafficanti e attraverso la denuncia di questi trafficanti, appartenenti a reti criminali internazionali.

Una lotta promessa e abdicata dal premier Meloni e l'unica che gli Africani ci chiedono di combattere insieme.

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