Incredibile. Gli ebrei in Italia sono intorno alle 30 mila unità. Quanti siano osservanti lo ignoro. Sono uniti nelle “Comunità”, che nel corso del tempo sempre più chiaramente non soltanto sono emanazioni del governo di Tel Aviv, ma espressione del sionismo più retrivo e aggressivo. Intervengono ogni settimana, e talora ogni giorno, su qualsivoglia tema che a giudizio o delle singole Comunità, o, più frequentemente, della loro Unione (UCEI, ossia Unione Comunità Ebraiche Italiane), interferisca con i loro orientamenti politici; sottolineo politici, perché le Comunità fanno politica e la fanno assumendo in toto il punto di vista dei governanti israeliani. Le loro proteste e rimostranze, ovvero i loro avvertimenti e “consigli”, entrano a gamba tesa nel dibattito pubblico nazionale, con la pretesa di orientarlo, di far tacere chi la pensa diversamente, e specialmente com’è ovvio, chi osa criticare Israele. Dagli all’antisemita!
Tutti ricorderanno l’episodio accaduto nel talk di Bianca Berlinguer lo scorso mese di settembre, quando Enzo Iacchetti ebbe la temerarietà di rispondere senza troppa grazia all’inquietante presidente dell’Associazione “Amici di Israele”), Eyak Mizrahi, il quale all’accorata denuncia di Iacchetti circa la strage dei bambini di Gaza aveva replicato con un insultante “Definisci bambino…”, frase che rimarrà come una macchia indelebile su chi l’ha pronunciata e su chi oggi prova a ribaltare le cose, buttando la croce (è il caso di dirlo!) su Iacchetti al quale tutti testimoniammo solidarietà così come esprimemmo, nei confronti del suo interlocutore, un sentimento che va ben oltre il dissenso e che potrei definire ribrezzo.
Ed ecco implacabile l’UCEI fare il suo proclama, a distanza di due mesi e querela Iacchetti “per istigazione all’odio razziale” (dunque gli ebrei sono una “razza”!?): “per le sue parole e modi di demonizzare Israele e il popolo ebraico”, scrive l’UCEI, “ribadendo pregiudizi che per millenni hanno alimentato l'antisemitismo. Speravamo che almeno le parole del Papa fossero prese sul serio”. Ma le parole del precedente Pontefice, papa Francesco (che a differenza di Leone-cuor-di-coniglio, sapeva cosa dire e come dirlo) da Israele e dai suoi emissari non solo non venivano prese sul serio ma davano il pretesto per la usuale denuncia di “antisemitismo”.
Ebbene, se davvero vogliamo ribaltare tutto, ai primi posti della classifica dei tabù da infrangere, e delle menzogne da rovesciare, v’è proprio l’antisemitismo, parola che sulla bocca dei sionisti suona ormai come un’oscenità. Anche su questo dobbiamo reagire, e smettere di accettare la narrazione farlocca, che in un modo o nell’altro, giustifica (mentre lo nega) il genocidio del popolo palestinese.
Basta! Basta con questa tiritera. Basta con questa accusa che vorrebbe essere infamante ma infama coloro che la scagliano contro chi si batte per la salvezza dei palestinesi oggi, che sono quelli che si battevano per la salvezza degli ebrei ieri.