Studiare è da scemi!

di Leo Essen

Secondo il Rendiconto di genere 2024 INPS, nel periodo 2021-23 (i dati sono pressoché stabili) nella fascia di età compresa tra i 25 e 34 anni, il 40% circa degli occupati possiede un titolo di studio superiore a quello necessario. Nella fascia 34-44 la percentuale scende al 30%.

Nelle fasce di età più promettenti – non parliamo di disoccupati, ma di occupati – in queste fasce di età l’istruzione non conta. La formazione non è valorizzata.

La differenza tra maschi e femmine è all’incirca di 4 punti percentuali. Nonostante una distribuzione quasi uguale di maschi e femmine tra le facoltà che registrano un maggiore tasso di occupazione (Stem e Sanitario Agro-Veterinaria).

Ciò che si trova sul mercato sono lavori poveri.

Il mercato chiede meno competenze di quelle disponibili.

È evidente che c’è un eccesso di offerta rispetto alla domanda. Oppure, motivo di una inten propaganda, l’offerta non è adeguata.

La formazione non è allineata all’impresa o arriva troppo tardi.

Ecco, dunque, prospettata la necessità di iniziare sempre più presto, magari anche alle suole medie, oppure, ridurre a 4 gli anni di frequenza delle superiori, per abbreviare il ciclo e contrarre l’obsolescenza della conoscenza.

D’altronde, si sa, il mondo corre per i sui colli come un pazzo.

L’altra spiegazione è che il mondo del lavoro, non solo in Italia, ma in Occidente in generale, non richiede tutta questa formazione specialistica. Il lavoro rimasto da fare, soprattutto nei servizi, quando non è meccanizzato o gestito dall’intelligenza artificiale, è lavoro manuale di assistenza e cura e di formazione primaria.

Se non si affronta seriamente questo tema, prima o poi esso si presenterà come si sta presentando in America. O si fa una politica dell’istruzione, che prescinda, non totalmente, dall’impresa e dall’impiego, e si indirizza la scuola e l’università verso la formazione di cittadini istruiti, consapevoli, schifosamente acculturati, oppure arriverà per noi, come sta arrivando in America con Trump, il tempo di dire che la laurea non serve a niente, la scuola non serve a niente, e per lavorare non c’è bisogno di istruzione. Basta piegare la testa e faticare.

L’11 Febbraio (New York Times) ad essere finito nel mirino di Musk e Trump è stato il Dipartimento per l’Istruzione, che dovrà far fronte a un taglio da oltre 900 milioni di dollari di spese, legate soprattutto al mondo della ricerca e dell’università.

Questo è il futuro.

Le più recenti da DelikatEssen

On Fire

La nuova Bucha di Zelensky

di Marinella Mondaini Zelenskij tenta di imbastire un'altra "Bucha". Dopo il fiasco del fake "strage russa di bambini a Krivoj Rog", non gli è parso vero di avere a portata di mano un'altra occasione:...

Daniele Luttazzi - Il “nonno eroe israeliano” è una bufala, ma in tv non si potrà guardare

di Daniele Luttazzi - Nonc'èdicheFatto Quotidiano, 8 aprile 2025 Channel 13, un canale tv israeliano, venerdì ha annullato la messa in onda di una puntata del programma Makor (“La...

Elena Basile - Una risposta in 6 punti all'intervista della senatrice Segre al Corriere della Sera

  Pubblichiamo la risposta resa nota sul suo canale Facebook che l'Ambasciatrice Elena Basile ha scritto ad un'intervista della senatrice Liliana Segre al Corriere della Sera----------------------di...

"Non vedete che la guerra si avvicina?" L'ultima trovata di Kiev per spingere l'Europa nell'abisso...

di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico   È chiaro e diretto il politologo ucraino Taras Zagorodnij: se qualche paese europeo non ha intenzione di inviare un proprio contingente militare...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa