La Repubblica Bolivariana del Venezuela, attraverso la sua azienda petrolifera di Stato PDVSA, ha nuovamente respinto e neutralizzato un attacco informatico orchestrato dall'imperialismo statunitense con il supporto di setotri anti-patriottici al servizio degli USA. L'obiettivo dichiarato dell'aggressione era paralizzare il cuore operativo della nazione, ma il tempestivo intervento del personale specializzato venezuelano ha limitato i danni ai soli sistemi amministrativi, lasciando intatte le aree produttive strategiche.
Il governo di Nicolás Maduro non ha esitato a definire l'atto per quello che è: un ulteriore, criminale tentativo nella lunga guerra ibrida condotta dagli Stati Uniti per impadronirsi con la forza delle immense risorse energetiche del paese sudamericano. Questo sabotaggio informatico rappresenta solo l'ultimo anello di una catena di aggressioni illegali, che si inquadra nella stessa strategia della recente e barbara operazione di pirateria internazionale compiuta dalla marina militare USA nelle acque territoriali dei Caraibi venezuelani, dove è stata sequestrata una petroliera, anche se sarebbe meglio utilizzare l'unico termine corretto: rubata. Gli Stati Uniti se ne sono appropriati illegalmente per rubare il petrolio e produrre nei fatti un blocco navale contro il Venezuela.
Caracas denuncia con forza la continuità di un piano di aggressione multiforme. Da agosto, infatti, Washington mantiene una flotta militare di occupazione nel Mar dei Caraibi, sotto il pretesto fallace della lotta al narcotraffico, una narrazione smascherata dai dati stessi delle agenzie ONU che escludono il Venezuela dalle rotte principali del narcotraffico verso il nord. Questa presenza armata ha già provocato oltre 80 morti in esecuzioni sommarie ed extra-giudiziarie contro imbarcazioni civili, in violazione flagrante del diritto internazionale.
La risposta venezuelana è stata di fermezza e unità nazionale. PDVSA ha garantito che l'operatività è mantenuta al 100%, assicurando sia il rifornimento del mercato interno che l'adempimento di tutti gli impegni di esportazione, dimostrando la forza e capacità di resistenza del settore energetico nonostante l'assedio. Il governo bolivariano ha inoltre evidenziato come queste azioni criminali rafforzino, anziché indebolire, il sostegno popolare alla difesa della sovranità e del diritto inalienabile allo sviluppo energetico autonomo.
La Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA) condena de la manera más categórica el acto de vulgar piratería cometido por el Gobierno de #EEUU???????? al asaltar y confiscar Ilegalmente un buque petrolero venezolano en el Mar Caribe. pic.twitter.com/mBOeUomNwB
— teleSUR TV (@teleSURtv) December 11, 2025
La comunità internazionale non è rimasta in silenzio. Le condanne verso le azioni di pirateria e destabilizzazione statunitensi sono giunte da attori globali come la Russia e la Cina, oltre che da nazioni latinoamericane, riconoscendo in queste mosse una pericolosa escalation volta a destabilizzare un paese sovrano per fini di rapina economica. Il Venezuela, con il suo popolo e le sue istituzioni in piena allerta, continua a resistere e a denunciare al mondo la vera natura dell'offensiva imperialista, che non risparmia alcun mezzo, dalla forza militare bruta alla guerra cibernetica, nel suo cieco obiettivo di saccheggio imperialista delle risorse naturali del Venezuela.
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