VIDEO. I marines USA simulano un assalto anfibio nei Caraibi

Il Comando Sud degli Stati Uniti (USSOUTHCOM) ha divulgato mercoledì un video in cui elementi della 22ª Unità Expedizionaria dei Marine (MEU) conducono esercitazioni per un assalto anfibio sulle coste di Porto Rico. La pubblicazione avviene nel contesto di un'escalation di azioni aggressive da parte di Washington contro la sovranità del Venezuela dalle acque del Mar dei Caraibi.


Le immagini, relative ad addestramenti condotti nelle prime settimane di settembre, sono caratterizzate dalla presenza in sottofondo di un inquietante ticchettio, che simula il suono incalzante di un cronometro. Un comunicato della brigata, diffuso all'inizio del mese, afferma che "il terreno impegnativo e il clima tropicale di Porto Rico offrono un ambiente ideale per la 22ª MEU per svolgere addestramenti anfibi realistici e perfezionare abilità specializzate come pattugliamento, ricognizione e tecniche di sopravvivenza, garantendo un alto livello di preparazione durante lo schieramento avanzato".

Le esercitazioni sono iniziate a pochi giorni di distanza dalla dettagliata descrizione, da parte del Presidente Donald Trump, di un attacco contro una piccola imbarcazione con a bordo "undici narcoterroristi del Tren de Aragua" – una ricostruzione dei fatti la cui veridicità è stata contestata dalle autorità venezuelane. Il Presidente statunitense ha poi pubblicato sui propri social network lunedì un nuovo video relativo a un secondo attacco contro presunti "narcoterroristi del Venezuela". E il giorno successivo, ha affermato che una terza imbarcazione sarebbe stata bombardata, sebbene siano state diffuse immagini relative soltanto alle prime due.

Interrogato sulla possibilità di ordinare attacchi sul territorio venezuelano sotto il pretesto della presunta lotta al narcotraffico, Trump ha risposto: "Vedremo cosa succederà". Già lo scorso agosto, organi di stampa internazionali avevano annunciato un dispiegamento militare statunitense nel Mar dei Caraibi meridionale, ufficialmente finalizzato a contrastare i cartelli della droga. Parallelamente, il Procuratore Generale degli Stati Uniti, Pamela Bondi, ha raddoppiato la taglia per informazioni che portino all'arresto del Presidente venezuelano Nicolás Maduro, accusato – senza che siano state mai fornite prove – di guidare un "cartello del narcotraffico".

Caracas denuncia che tali manovre siano finalizzate a forzare un cambio politico nel paese e ad impadronirsi delle sue ingenti risorse naturali. Per far fronte allo schieramento statunitense, il Presidente Maduro ha richiamato alle armi i volontari della Milizia Bolivariana per la difesa della sovranità nazionale. Nonostante il picco di tensioni, il leader venezuelano si è dichiarato disponibile al dialogo con il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a condizione che non venga imposta la "diplomazia delle cannoniere" perseguita dal Segretario di Stato Marco Rubio.

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