La beffa del Recovery: l'Italia inizierà a pagare quest'anno qualcosa che ancora non esiste

11 Gennaio 2021 13:00 Gilberto Trombetta

L’Italia inizierà a pagare da quest’anno per qualcosa che ancora non esiste, il Recovery Fund.
Come se non bastasse, escludendo i prestiti che per definizione vanno restituiti, l’Italia contribuirà al fondo attraverso il bilancio UE con cifre maggiori a quanto riceverà.
Eh sì perché a fronte di un paio di miliardi in media di contribuiti netti che l’Italia potrebbe ricevere (potrebbe, non riceverà) dovrà contribuire al nuovo bilancio UE per circa 50 miliardi di euro netti nel settennio 2021/2027 (grafico 1¹) a causa della Brexit e dei rebates strappati dai Paesi centrali (circa 2 miliardi di contributi netti in più all’anno che dovremo versare).
Vuol dire che dal 2000 al 2027 l’Italia avrà versato circa 140 miliardi di euro alla UE (grafico 2¹). A cui bisogna aggiungere i quasi 60 miliardi versati tra MES, EFSF e prestiti bilaterali vari.
Cioè un totale di circa 200 miliardi di euro sottratti ai lavoratori italiani. Quelli sì, davvero a fondo perduto. Altro che pioggia di miliardi.
Ma non basta ancora.
Perché l’erogazione dei fondi potrà essere interrotta in qualsiasi momento se non verranno rispettati i folli criteri del patto di stabilità e crescita che è solo temporaneamente sospeso e che tornerà presto in vigore. Nella sua forma originala, ovviamente.
C’è scritto sul regolamento del Recovery Fund², non sull’Eco del sovranista.
Insomma, dispiace dirlo, ma aveva ragione chi – avendo letto i documenti europei e conoscendo l’anima marcia su cui si fonda la UE – sosteneva che il Recovery Fund altro non fosse che un MES mascherato, con pesantissime condizione ex ante (deciderà la UE come dovremo spendere quei soldi che però sono i nostri) ed ex post (la UE deciderà fino al 2058 le manovre di bilancio dell’Italia per far rientrare il rapporto debito/PIL dall’attuale 158% al 133% - grafico 3³).
Come? Ovviamente non con la crescita, a ma a colpi di avanzi primari.
Ma non come quelli che abbiamo fatto a partire dal 1992 (anno della firma del trattato di Maastricht).
Parliamo di avanzi primari in stile Grecia post ricorso al MES.
Insomma, come diciamo da anni, la UE è irriformabile.
L’unica cosa che si può provare a fare della UE, di concerto con altri Paesi, è la sua disgregazione controllata.
E se ci dicono di no?
Beh, in quel caso l’unica soluzione sarebbe l’uscita unilaterale.
Ci sarebbe da ballare? Sicuramente sì.
Ma il recupero della sovranità non è, non può essere, un pranzo di gala.
À la guerre comme à la guerre.
La libertà, d’altronde, non ha prezzo.
O, almeno, non dovrebbe averlo.

Le più recenti da Lo Squillo

On Fire

"Bersagli legittimi". La Russia passa ufficialmente ad una nuova fase del conflitto

di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico Adesso si fa sul serio, la Russia sta passando ad una nuova fase. A Mosca le indagini proseguono e poco fa le dichiarazioni del presidente Putin, del capo del...

F-16, "bersagli legittimi" e NATO. Cosa ha detto (veramente) Vladimir Putin

di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomaticoIl presidente russo Vladimir Putin ha visitato il 344esimo Centro Statale Addestramento e Riqualificazione del personale dell'aviazione militare del Ministero...

Pepe Escobar - Il Collegamento Nuland - Budanov - Crocus

  di Pepe Escobar – Strategic Culture [Traduzione a cura di: Nora Hoppe]   Cominciamo con la possibile catena di eventi che potrebbe aver portato all'attacco terroristico sul Crocus....

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa