Idlib. Come i terroristi di Al Qaeda ostacolano gli aiuti di Damasco e dettano legge


di Marinella Correggia

Per una settimana, a partire dal terremoto del 6 febbraio, l’organizzazione terroristica Hayat Tahrir al Sham (HTS), già Fronte al Nusra (al qaedisti) che controlla ampia parte delle cosiddette opposition-held areas nel Nord-Ovest della Siria, ha continuato a rifiutare l’arrivo di aiuti dalle aree governative, tramite la Mezzaluna rossa siriana.

Lo riferiva, citando lo stesso gruppo terroristico, l’agenzia Reuters: «Fonti Onu hanno spiegato che gli aiuti provenienti dalle aree governative siriane verso i territori controllati dall’opposizione sono sospesi per “problemi relativi all’approvazione” da parte di un gruppo estremista». Il nord-ovest, precisa l’agenzia, «è in gran parte controllato dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts)». E una voce di Hts non autorizzata a parlare con i media specificava, sempre a Reuters: «gli aiuti devono arrivare solo attraverso laTurchia perché non vogliamo che il regime di Damasco tragga vantaggio dalla situazione proponendosi in veste di portatore di aiuti». Insomma, è meglio che gli abitanti dell’area muoiano, piuttosto che sentire gratitudine per la mezzaluna siriana.

Giorni fa Reuters precisava: «Il governo siriano ha dichiarato la sua volontà di inviare aiuti all’area». L’11 febbraio, in conferenza stampa, l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) apprezzava «l’approvazione incondizionata da parte del governo siriano del passaggio di convogli Onu lungo la linea del fronte»

E il 14, il Centro Russo per la riconciliazione in Siria ha annunciato che Damasco «ha aperto unilateralmente i passaggi di Zaraqib e Abu al-Zindin per fornire assistenza alle popolazioni colpite dl terremoto in territori non sotto il controllo delle autorità siriane; si stanno preparando convogli umanitari» che saranno accompagnati dalla Red Crescent. Ha anche accennato alla mancanza di sicurezza in aree controllate da gruppi armati illegali.

Ma HTS e gli altri accetteranno?

E così, di fronte al no reiterato da parte dell’organizzazione terroristica, che chiedeva gli aiuti solo dalla Turchia, alla fine il residente siriano Bashar al Assad ha accettato che si aprano altri due passaggi di frontiera (Bab al-Salam e al Ra’ee) dalla Turchia per raggiungere le aree dell’opposizione in Siria con gli aiuti veicolati dall’Onu. In precedenza il mandato del Consiglio di sicurezza riguardava un solo passaggio, Bal al-Hawa, attraverso il quale Onu e Ong dal 2014 facevano transitare gli aiuti.

E per capire meglio l’atteggiamento degli estremisti di Idlib, leggiamo un articolo tratto da al-Sourya.net, sito dichiaratamente di opposizione. Tal Mohammed al Sadiq incaricato delle relazioni con i media aveva dichiarato: «Forse che la risposta alle popolazioni colpite nelle aree occupate dal regime è stata conclusa e così adesso vuole aiutare Idlib?». Come si può vedere nel link, il sito Souria.net definisce i gruppi armati filo turchi e gli islamisti assortiti di Idlib come «governo siriano a interim» e chiama i territori controllati dal governo «aree occupate dal regime». L’ambizione di conquistare tutta la Siria non è tramontata nemmeno con la distruzione sismica.

E Al Jazeera, organo del Qatar (fino a pochi giorni, il paese mediorientale, insieme alla Turchia, che più danni aveva fatto alla Siria) ha dato voce ai redivivi White Helmets i quali, come HTS, insistevano per l’apertura di altri corridoi dalla Turchia.

Intanto, si legge sull’agenzia siriana Sana, l’Isis colpisce a Palmira, altri gruppi terroristici uccidono a Daraa, mentre a Raqqa le milizie continuano a rapire persone.

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