Il termine "patriota" e la tradizione comunista-socialista

09 Marzo 2023 16:00 Paolo Desogus


La città di Bologna vieta nella toponomastica resistenziale il termine "patriota". Nei nomi delle strade potrà comparire solo il termine "partigiano" o "partigiana". Antonio Scaravilli diventa così "studente partigiano". Eh sì. questo è quello che passa in questa attuale fase storica. Inutile ricordare che l'attuale Piazza Scaravilli è stata a lui dedicata da una giunta comunista. Chiunque poi si sia imbattuto nella stampa resistenziale, inclusa quella socialista e comunista, troverà molto frequentemente il termina "patria" o "patriota".

Ora, non so se attualmente i termini patria o patriota abbiano veramente una connotazione politica e se questa sia intrinsecamente di destra e violentemente patriarcale. A me pare che una forza o un pensiero politico, capace di elaborare una visione del mondo, sia tale se è in grado di risemantizzare il passato e le sue concrezioni culturali dentro una prospettiva storico-politica.

È sulla base di quest'ottica che comunisti e socialisti della Resistenza non hanno avuto difficoltà a servirsi di un termine ampiamente impiegato anche dal fascismo, come quello di patria. La purga linguistica della giunta Lepore va in tutt'altra direzione. Abbandona la battaglia culturale e regala alla destra tutto un bagaglio lessicale e simbolico seguendo la pratica della censura e della cancellazione.

P.S. Qualcuno dica a Lepore che la segretaria del suo partito è nipote di un grande patriota socialista.
P.P.S. La rivista sell’Anpi si chiama “Patria indipendente”.

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