Draghi vuole «rilanciare il Paese», ma un governo tecnico è sempre reazionario

03 Febbraio 2021 14:03 Fabrizio Verde

Ormai ci siamo. Terminato l’incontro con il presidente della Repubblica Mattarella, il banchiere ex presidente della BCE, Mario Draghi, ha dichiarato di aver accettato con riserva l’incarico di formare un nuovo governo conferitogli dal presidente. Draghi ha affermato: «Ringrazio il presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare. E' un momento difficile, dobbiamo essere all'altezza». Ha poi proseguito con le sue dichiarazioni delineando quelli che sarebbero i primi obiettivi di un suo eventuale governo: «Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese sono le sfide. Abbiamo a disposizione le risorse straordinarie dell'Ue, abbiamo la possibilità di operare con uno sguardo attento alle future generazioni e alla coesione sociale».

Adesso però bisogna trovare una maggioranza in Parlamento disposta a sostenere il governo tecnico a guida Draghi. «Con grande rispetto mi rivolgerò al Parlamento, espressione della sovranità popolare. Sono fiducioso che dal confronto con i partiti, con i gruppi parlamentari e le forze sociali emerga unità e capacità di dare una risposta responsabile».

Di fronte a questa ipotesi nefasta la stampa mainstream italiana a reti unificate magnifica l’eventuale governo Draghi. Abbondano frasi retoriche tipo: il governo dei migliori e altre banalità di questo tipo. Nel tentativo di far credere all’opinione pubblica che l’eventuale sbarco di Mario Draghi a Palazzo Chigi, con il suo corollario di austerity lacrime e sangue, sarà la panacea di tutti i mali che affliggono l’Italia.

A tal proposito si dovrebbe recuperare l’ancora attualissima lezione del grande leader comunista Palmiro Togliatti sui cosiddetti governi tecnici. In un intervento alla Camera dei Deputati nel 1963 Togliatti affermava: «I governi cosiddetti tecnici o amministrativi sono i peggiori governi politici che si possa immaginare, il loro scopo è quello di fare il contrario di ciò che la sovranità popolare ha indicato, sono antipopolari e reazionari».

La definizione di Togliatti si adatta alla perfezione a un eventuale governo a guida Mario Draghi. Il banchiere avrebbe il compito di perpetuare quelle politiche scellerate che hanno portato l’Italia allo stato di devastazione attuale. La pandemia ha solo costituito un ulteriore gravame sulle spalle degli italiani. Ma non è stata determinante.

Austerità infinita. Vincolo esterno. Trappola dell’eurozona. Mancanza di sovranità e assoggettamento economico e politico alla Germania. Questi sono i veri motivi per cui l’Italia è allo sbando. Un governo a guida Draghi avrebbe solo il compito reazionario e antipopolare di rimettere il ‘pilota automatico’.

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