Stato sociale, Borsa e gli "incappuciati dietro le quinte". Le lezioni di Federico Caffè che Draghi ha dimenticato

11 Febbraio 2021 18:00 Francesco Guadagni

L'ex Governatore della BCE, ormai prossimo ad assumere l'incarico di Presidente del Consiglio votato alla quasi unanimità delle forze politiche presenti in parlamento, dalle parte sociali, dalle più svariate associazioni, è stato allievo del Professor Federico Caffè, il massimo esponente della dottrina kyenesiana in Italia, docente di Politica finanziaria presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza".

Una nostra amica e lettrice italo-siriana, Graziella Popolani, da Damasco, ci ha dato l'input. Secondo la nostra lettrice, non ci vuole particolare coraggio, ma almeno un giornalista dovrebbe porre una semplice domanda Draghi: Cosa ha messo in pratica del suo Maestro?

Vi proponiamo, a proposito delle speculazioni di borsa, finanziarie, questo video tratto dal film 'L'Ultima lezione', Regia di Fabio Rosi, ispirato all'omonimo romanzo di Ermanno Rea sulla figura del Professor Caffè e della sua misteriosa scomparsa.

Il docente parla della Borsa, degli speculatori finanziari che ieri come oggi fanno cadere governi, distruggono paesi, umiliano interi popoli.

In un saggio, del 1973, Caffè proponeva la sua abolizione, pur sapendo di attirarsi numerose critiche. Quando venne dato alla stampe, in Italia si viveva la vigilia del clamoroso caso di crack finanziario passato alla storia come "scandalo Sindona", il banchiere siciliano colluso con la mafia.

"Si tende ad usare l'indice di Borsa, o peggio l'andamento di alcuni titoli per misurare il benessere della nazione, lo trovo fuorviante e anche un po' immorale. La Borsa può avere alcuni meriti, ma non quello di ridurre le diseguaglianze, perché tende a favorire i ricchi quando va bene, ed a infliggere danni gravissimi ai piccoli risparmiatori."

Nella scena che riassume il pensiero economico di Caffè e la sua emarginazione durante gi anni del neoliberismo promosso da Reagan e Thatcher, si focalizza il punto sul ruolo dello Stato, ormai considerato deleterio. "Considero alquanto scontate queste requisitorie contro lo Stato dalle mani bucate, come se la vera ragione di tanti sprechi fosse lo Stato sociale in sé e non i vari abusi, le illegalità, l'uso clientelare della spesa pubblica che si è fatta in questo paese." Aggiungeva: "Finché lo Stato sociale e la Borsa funzionino occorre trasparenza ponendo fine al malcostume degli oscuri protagonisti che rimangono dietro le quinte incappucciati che detengono la vera proprietà delle imprese."

Quindi, caro Draghi, hai mai applicato almeno una lezione, un insegnamento del tuo Professore, Federico Caffè che tanto era lontano da speculatori e affamatori di popoli?

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