Emiliano Brancaccio: "La soluzione non è il protezionismo vaccinale ma l'esproprio pubblico"

"Protezionismo dei vaccini"è l'accusa che l'Australia ha lanciato al governo Draghi per aver bloccato l'export 250 mila dosi di Astrazeneca.

In realtà, secondo l'economista e docente dell'Università del Sannio, Emiliano Brancaccio - intervenuto questa mattina a Radio Uno durante la trasmissione "Sportello Italia", rubrica "Le Eresie - questa politica non è affatto una novità, perché dagli Stati Uniti alla stessa Australia, in questa pandemia come nelle precedenti i blocchi dell'export di vaccini sono stati numerosi.

Per Brancaccio, "il vero problema è che questo protezionismo dei vaccini non è una soluzione, né per la scarsità dei vaccini né per selezionare i farmaci che abbiano meno controindicazioni e siano efficaci anche contro le varianti."

Il docente ritiene, invece, che "l'Italia dovrebbe sostenere le campagne portate avanti da paesi in via di sviluppo e associazioni per rendere la conoscenza tecnica contro il virus un bene pubblico globale."

"Possiamo chiamarlo 'comunismo scientifico contro il covid' o anche in altri modi, se vogliamo evitare di épater le bourgeois. Ma bisogna agire in questa direzione, prima che sia tardi", ha avvertito.

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