Ocse, la crisi in Italia peggiorerà. E annuncia le "riforme"

14 Aprile 2021 14:32 Francesco Guadagni

Ricordate è sempre colpa del Covid-19: La pandemia ha causato la crisi, non lo dimenticate.

Se pensate che sia un modo per giustificare e riproporre le politiche liberiste lacrime e sangue degli ultimi 30, siete dei complottisti. Nel secolo scorso in Italia, precisamente in un ventennio, si usava la parola "disfattisti".

Su questa linea l'allarme dell'OCSE nel report 'Going for Growth 2021'.

In Italia "la crisi rischia di far calare ancora i tassi di occupazione, già bassi, e di rafforzare e diseguaglianze, soprattutto per chi ha scarso livello di competenze e basso livello di formazione continua", si legge nello studio.

Non finisce qui: "Istruzione, promozione dell'impiego e servizi di istruzione possono contribuire a mitigare i divari tra domanda e offerta di lavoro. Molte sfide strutturali - disparità di territorio,demografiche e di genere, il debito pubblico- si sono aggravate a causa del Covid".

Disparità di territorio si alluderà al divario tra nord e Mezzogiorno. La domanda è questa: Si può fare riducendo il debito pubblico? Botte piena e moglie ubriaca Bruxelles non lo permette, dobbiamo far quadrare i bilanci. Lo spiega qualcuno qui a conoscenza della questione.

L'OCSE indica una via di uscita: “Un pilastro centrale della strategia di ripresa è come massimizzare l’effetto dei fondi del Next Generation Eu, soprattutto per gli investimenti, che hanno il potenziale per stimolare la crescita e l’occupazione a lungo termine”.

Dal momento che la crisi non è ancora finita come si possono mai determinare i danni? Basteranno questi fondi?

Queste politiche avranno “successo”, ribadiscono dall'OCSE, ma dipenderà dalla "capacità di migliorare l’implementazione, la gestione e la definizione delle priorità della qualità degli investimenti pubblici".

I pilastri di questa via di uscita sarebbero la 'promozione dell’efficienza della pubblica amministrazione' e rendendo “più efficaci l’assegnazione e il coordinamento dei compiti di attuazione delle varie politiche tra i diversi livelli di governo”.

Tra i suggerimenti anche quelli relativi a “riforme della Giustizia per migliorare i processi amministrativi”, ad “una maggiore digitalizzazione”, a “rimuovere i vincoli legali al telelavoro” e quelli “per favorire l’installazione più rapida di infrastrutture per le telecomunicazioni”, oltre ad “aumentare la consapevolezza e le competenze dei manager per supportare la diffusione delle tecnologie, l’innovazione e il miglior utilizzo del personale”.

Tutte indicazione che serviranno a promuovere una maggiore flessibilità del personale rendendolo più precario, oltre al fatto, che la rimodulazione tecnologica e amministrativa porterà come minimo a salari più bassi.

Insomma, la cura è peggio del male.

Che fare?

Le più recenti da Italia

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa