L’introduzione dell’obbligo di green pass per tutte le categorie di lavoratori rischia di far precipitare l’Italia nel caos. Problemi vengono segnalati in praticamente tutti i comparti lavorativi.
Il Trasporto Pubblico Locale (Tpl) figura tra i settori che con ogni probabilità si troveranno in difficoltà.
Le società che gestiscono il trasporto pubblico locale su gomma e su rotaia - già falcidiate da continui tagli e cattive gestioni - temono le defezioni del proprio personale, non riuscendo ben a calcolare il numero dei dipendenti che deciderà di stare a casa (perché la normativa prevede che la comunicazione al datore di lavoro deve arrivare con 48 ore di anticipo). Alcune stime, comunque parlando di un 10-15% di assenze a livello nazionale.
A questo le aziende di trasporto locale non escludono di far guidare i mezzi da personale diverso dagli autisti. Quindi spazio anche a meccanici e personale amministrativo che “prima di salire sui mezzi saranno adeguatamente formati”, riferisce a Il Gazzettino Stefano Rossi, amministratore delegato di Dolomitibus.
“La situazione in questi giorni sarà un po’ dinamica. E così nelle prossime settimane. E si evolverà di 48 ore in 48 ore. Per cui solo nelle prossime ore sapremo quante forze avremo da mettere in campo venerdì. Quindi, a questo punto, vedremo come la situazione evolve strada facendo”, ha poi aggiunto il dirigente.
A questo punto una domanda sorge spontanea: era proprio necessaria questa frettolosa introduzione dell’obbligo di presentazione del certificato verde per i lavoratori? Non si poteva valutare meglio questa misura e immaginare eventuali alternative?
D’altronde un motivo ci sarà se praticamente solo l’Italia ha scelto di optare per questo ‘super green pass’ obbligatorio per tutti i lavoratori.
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