Taiwan, Zan e gli "ippopotami di Escobar": il Corriere batte ogni record di propaganda

28 Ottobre 2021 12:15 Carlo Formenti

Il numero del Corriere oggi in edicola batte molti dei pur numerosi record di zelo antipopolare e antisocialista che questo foglio ha stabilito negli ultimi anni.
Partiamo dal fondo di Paolo Mieli, il quale chiama di nuovo alle armi l’Europa, cui rimprovera di non essersi schierata con sufficiente decisione a fianco degli Usa nella difesa di Taiwan contro le mire di Pechino.
Vogliamo fare anche in questo caso gli indifferenti, scrive, come abbiamo fatto nei confronti delle repressioni a Hong Kong? (Ovviamente tace sul fatto che a Hong Kong la Cina si è limitata a ristabilire la propria sovranità su un territorio che – come Taiwan! – le è sempre storicamente appartenuto, e che rappresenta l’ultimo residuo dell’occupazione coloniale che ha dovuto subire da parte delle potenze occidentali).
Seguono paginate di lacrime sulla bocciatura della legge Zan, un pessimo provvedimento il cui solo “merito” è quello di avere depistato l’attenzione dal massacro dei diritti sociali in atto da parte del banchiere Draghi, alla cui ultima impresa (ricacciare indietro le pensioni alla situazione creata dalla famigerata legge Fornero) viene dedicato assai meno spazio, anche se il solerte Manca – con ammirevole faccia di bronzo - rilancia in prima pagina la tesi che tutto questo si fa per tutelare il futuro dei giovani (detto da chi ha difeso a spada tratta i processi di precarizzazione del lavoro che ai giovani hanno tolto ogni speranza di poter usufruire di una pensione).
Dulcis in fundo: viene dedicata un’intera pagina (con richiamo in prima) agli ippopotami di Escobar ai quali, grazie alla sentenza di un giudice Usa, vengono riconosciuti diritti legali, con raccomandazione che vengano trattati come “persone”. Gli animali in questione sono alcune decine di discendenti di una coppia importata in Colombia dal boss della droga.
Non abbiamo dubbi che il loro destino sarà migliore di quello delle decine di migliaia di colombiani assassinati dalle squadre della morte addestrate dai corpi speciali americani. Ma quelli erano miserabili contadini o guerriglieri comunisti e la loro fine non inquieta gli animalisti di San Francisco, il deputato Alessandro Zan né Paolo Mieli.

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