Dedicato a chi si illude che esista ancora una "base" PD che non si rispecchia nelle politiche forcaiole di Letta. Il Fatto quotidiano di ieri pubblica un'analisi del Max Planck Institute sul voto Dem che conferma cose che sappiamo già da un pezzo: gli elettori di questo partito sono in larga maggioranza benestanti, abitano nelle grandi città e nutrono opinioni "di centro" (leggi neoliberal-liberiste) in economia e "di sinistra" (leggi politically correct) in tema di diritti individuali e civili ( di quelli sociali non gliene importa un baffo).
Praticamente nulla la percentuale di lavoratori manuali, disoccupati e inattivi forzati. Niente di nuovo: lo sapevamo già dai tempi della svolta blairiana del Labour e clintoniana dei Dem Usa: è la terza via bellezza, che ha interamente espropriato (e reso per sempre impraticabile sul piano linguistico, dei valori e dei principi) il concetto di sinistra.
Rappresentando quella quota del 30% di ceti medi allineati con le élite neoliberali queste forze non possono ambire a governare stabilmente, possono solo riempire saltuariamente i buchi aperti dalle crisi politiche per tenere in caldo il posto a una destra stabilmente egemone sul piano politico culturale in tutto l'Occidente.
E chi resta fuori? In maggioranza non vota, in misura minore vota a destra, in misura del tutto marginale vota sinistre radicali del tutto inadeguate (per capacità di analisi, livello culturale, statira dei leader, carenze organizzative) a proporsi come alternativa credibile.
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