Peter Doshi (British Medical Journal) ha rifatto i calcoli sul vaccino Pfizer. Ecco cosa ha scoperto

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questa importante riflessione al dibattito del Prof. Giulio Palermo sull'efficacia del vaccino Pfizer.
di Giulio Palermo
Le compagnie farmaceutiche che producono i vaccini contro il covid-19 sono restie a pubblicare i dati delle loro sperimentazioni. Questo ha sollevato severe critiche nella comunità scientifica, dove vige il principio della replicabilità degli esperimenti e della verificabilità dei calcoli.
A partire dai pochi dati forniti dalla Pfizer, Peter Doshi, Senior editor del British Medical Journal, una delle riviste mediche più autorevoli al mondo, ha provato a rifare alcuni calcoli. Ha scoperto così che il dato sensazionale dei ricercatori Pfizer — secondo cui il vaccino ha un'efficacia del 95% — deriva da questi numeri:
su 170 casi di covid-19 confermati dal test PCR, 8 appartengono al campione cui era stato somministrato il vaccino e 162 a quello che aveva assunto invece il placebo.
La formula che hanno applicato i ricercatori Pfizer è la seguente:
1 — (malati vaccinati / malati gruppo placebo).
Dunque:
1 — (8/162) = 0,95 = 95%
Formidabile, i conti tornano!
Fino a un certo punto. Innanzitutto, è singolare che una compagnia farmaceutica che vende vaccini a mezzo mondo basi i suoi calcoli su un campione di 170 individui!
Ma la curiosità del professor Doshi si è soffermata su un altro dato. In effetti, nel report della Pfizer, c’è una categoria denominata "sospetto covid-19”, che è stata esclusa dal calcolo: si tratta di 3410 soggetti “sintomatici al covid 19 che non sono stati confermati dal test PCR”.
La Pfizer non fornisce alcuna delucidazione in merito a questa categoria: non è nemmeno dato sapere se a queste persone apparentemente malate di covid sia stato effettivamente fatto il test oppure se il test è risultato negativo (il che solleverebbe ulteriori dubbi, se mai ce ne fosse bisogno, sull’efficacia del test PCR).
Il dottor Doshi ha dunque posto alla Pfizer una semplice domanda, rimasta ovviamente senza risposta: ma come, basate il calcolo su 170 casi confermati ed escludete 3410 casi conclamati?
Di questi ultimi, dai dati Pfizer, risulta che 1594 avevano avuto il vaccino e 1816 erano nel gruppo placebo.
Il nostro Doshi si arma dunque di calcolatrice e rifà i conti, includendo questi tremila e rotti disgraziati che, con tutta evidenza, test o non test, sembrano essersi beccati il covid o qualcosa di simile visto che, di fatto, non stanno bene.
I malati nel gruppo vaccino salgono dunque a 1602 (8+1594) e quelli nel gruppo placebo a 1978 (162+1816). Applicando la medesima formula dei ricercatori Pfizer, il dottor Doshi ottiene dunque il seguente risultato:
1 — (1602/1978) = 0,19 = 19%
L’EFFICACIA DEL VACCINO PFIZER SCENDE COSÌ DAL 95% AL 19%!
Ben al di sotto della soglia fissata dalle autorità di regolamentazione, pari al 50%.
Questa è la serietà scientifica di una compagnia farmaceutica già oggetto di scandali internazionali, multata per sperimentazioni illecite, contraffazione di dati e spionaggio industriale, che spende più in attività di lobbying che in attività ricerca e che, da quando è uscito il generico del Viagra, non sa più che pesci pigliare.
Prima iniettano vaccino e placebo a migliaia di persone (senza nemmeno rendere nota la numerosità del campione). Poco dopo, si ammalano in più di tremila, vaccino o non vaccino. “Bene, voi potete andare, la sperimentazione per voi è finita.”
“Dottò, ma io sto una chiavica, mi fa male tutto, non ho la forza di far niente, respiro a fatica, non distinguo la salsa al wasabi dal gelato al pistacchio e non sento più nemmeno la puzza delle mie scorregge”.
“Non si preoccupi, eviti di fumare il cilum, si faccia tutti i coni al wasabi che vuole e le assicuro che le sue scorregge passano anche attraverso lo scafandro da palombaro che indosso per non farmi contagiare da lei. Ora però torni a casa sua che qui l’aria è irrespirabile”.
“Sì ok, ma almeno noi del gruppo vacanze vaccino, possiamo stare tranquilli che se torniamo a casa non contagiamo i nostri cari?”
“Ma de che, ma quali cari?! Per sapere se il vaccino impedisce il contagio abbiamo bisogno di almeno due anni di ricerche. Produrre dati scientifici prima di questo lasso di tempo non sarebbe serio”.
“Ma noi ci siamo vaccinati come atto di responsabilità civica e amore per il prossimo”.
“Amate chi vi pare ma noi il vaccino lo vogliamo vendere anche al prossimo e poi, chiedete anche al signor Doshi, non abbiamo mai detto che il vaccino rallenta la diffusione del virus. Prendetevela con i vostri telegiornali”.

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