Andrea Zhok - L'Occidente moderno è la società più aggressiva della storia

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Ogni tanto trovi ancora gente che continua a contrapporre l'Occidente - guidato dalla difesa dei diritti umani, dall'implementazione della democrazia, dal principio di autodeterminazione dei popoli, e dalla pratica del "dolce commercio" - al rimanente mondo non-occidentale: oscuro, autoritario, oppressivo e, diciamocelo, in fondo disumano (praticamente Mordor).
Ora, sappiamo tutti che la storia oramai non la studia davvero più nessuno e che essa è stata sostituita dall'opinione volante dell'ultimo tiggì. E tuttavia, anche per il nostro stesso bene, sarebbe il caso che noi occidentali capissimo una cosa.
L'Occidente moderno è la società più aggressiva della storia.
Nessuna civiltà nella storia è stata maggiormente votata all'espansionismo, alla conquista militare, e allo sfruttamento sistematico degli altri della civiltà occidentale moderna e in particolare della sua recente versione "liberale".
L'abbiamo tinteggiata di volta in volta come evangelizzazione dei pagani, come civilizzazione dei primitivi, come sottomissione delle razze inferiori, come esportazione della democrazia, ecc. ma il punto di fondo è e rimane questo: l'Occidente negli ultimi secoli ha invaso, conquistato militarmente, colonizzato, sfruttato economicamente e infine bombardato a piacimento tutto il resto del mondo.
Abbiamo gente che parla inglese in Oceania e America del Nord, spagnolo e portoghese nell'America del Sud, gente che parla francese in mezza Africa e gente che parla olandese o derivati in Suriname, Sudafrica e Namibia, perché i proverbiali difensori occidentali dell'umanità e della civiltà hanno massacrato senza pietà chiunque altro ad ogni latitudine, portandogli via la terra, i beni e la cultura. (Per un'istruttiva comparazione con quelli che per noi sono i malvagi e i barbari: il russo si parla solo in Russia e confinanti; il cinese solo in Cina e prossimità; il persiano in Iran e dintorni, l'Hindi in India - a fianco dell'inglese).
Questo processo è diventato più potente che mai negli ultimi due secoli, dalla guerra dell'oppio, alle atrocità del Congo belga, alla "liberazione" del Vietnam, alle "guerre preventive" in Afghanistan e Iraq, ecc..
Ecco, la storia non è un luogo ideale, garbato e pacifico. Però nell'insieme, in comparazione con la violenza, la barbarie e la crudeltà altrui, l'Occidente si distingue per un'ampiezza, radicalità e prepotenza semplicemente fuori scala.
Insomma, premesso che nella storia è una stupidaggine discutere in termini di "buoni" e "cattivi", se proprio uno insistesse a prendere tale posizione, ebbene in questa storia noi siamo con distacco i "Cattivi".
La storia non è però un luogo per banali condanne morali, né per semplici "scuse", come se fossimo a una cena elegante dove emendare errori contingenti o sgarberie.
Delle "scuse" (grande specialità anglosassone) nessuno se ne fa nulla, né gli Indiani d'America, né gli aborigeni, né i Maori, né gli Indios, ecc.
Si può tentare di correggere quanto di male fatto in passato con un presente e un futuro migliore, niente di più.
Ma il tocco di definitiva arroganza, di supremo autoincensamento morale dell'Occidente sta nel dire e dirsi che "noi però riconosciamo i nostri errori", e magari "chiediamo scusa".
E, in grazia di questa manifesta superiorità morale, possiamo continuare serenamente con la stessa ricetta di prima - stupendoci anzi quando qualcuno manifesta resistenza rispetto all'essere colonizzati o soggiogati nel nome dei nostri valori superiori.

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