La Merkel favorisce il TTIP e prepara nuove sanzioni contro la Russia


di Eugenio Cipolla

Il proprio stupore (misto a una sensazione di irritazione) Angela Merkel lo ha confessato pubblicamente ieri a Berino, nel corso della Giornata dell’industria tedesca 2016, quando, parlando davanti a una nutrita platea, ha accusato gli imprenditori tedeschi di antiamericanismo, condannando la loro riluttanza a negoziare il TTIP, il discusso accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea. “Se stessimo parlando di un accordo analogo con la Russia - ha detto la cancelliera - non ci sarebbero nemmeno la metà delle critiche che sono sorte ora sul TTIP”. La leader tedesca ha invitato gli uomini d’affari del proprio paese a riconsiderare il proprio atteggiamento riguardo la cooperazione economica con gli Stati Uniti, ma deve scontrarsi contro un muro composto da numerosi oppositori, sicuri che l’accordo rifletta esclusivamente gli interessi delle multinazionali, a favore della riduzione del controllo e delle deregolamentazione delle misure commerciali in Europa.

Pur di dare una mano agli Stati Uniti e alla probabile futura presidente Hillary Clinton, la Merkel è disposta ad adottare misure estreme volte a favorire un “ripensamento” degli imprenditori circa il TTIP. E per farlo sembra che Berlino stia preparando nuove sanzioni nei confronti della Russia (così da scoraggiare gli imprenditori tedeschi a commerciare con un paese sotto pesanti sanzioni) in relazione agli avvenimenti in Siria. A farlo capire nei giorni scorsi ci ha pensato Norbert Rottgen, membro del Bundestag in quota CDU e capo del Comitato per le Relazioni estere, intervistato dalla Suddeutsche Zeitung. Il politico tedesco si è detto fiducioso sul fatto che la Russia debba essere ritenuta responsabile per le proprie azioni in Siria. “L’assenza di conseguenze e sanzioni in risposta ai crimini di guerra commessi in quelle zone sarebbe uno scandalo”, ha affermato l’esponente della CDU, senza tuttavia specificare esattamente quali siano i crimini commessi dalla Russia in Siria.

Su questa ipotesi il quotidiano russo Izvestia ha provato a indagare nelle ultime ore tra gli esponenti della coalizione di governo, soprattutto tra i membri dell'SPD, scrivendo che al momento nessuno è al corrente di nuove sanzioni contro Mosca. Ma l’articolo del giornale moscovita è stato subito smentito da un altro del Wall Street Journal, che, citando una fonte molto vicina al governo federale, ha riferito che i membri del gabinetto di Angela Merkel stanno prendendo in considerazione l’ipotesi di nuove misure restrittive contro entità e persone fisiche russe.

Interpellato dai giornalisti, il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha detto che la Germania sta valutando tutte le opzioni circa la situazione che si è creata in siria nelle ultime settimane, non escludendo affatto l’imposizione di nuove sanzioni. “Tutte le opzioni sono in discussione”, ha assicurato. Le probabilità che Berlino imponga nuove sanzioni è molto alta. Nel 2014, subito dopo lo scoppio della crisi ucraina, la Germania fu il primo paese del vecchio continente a trainare l’Europa verso la drastica soluzione delle sanzioni, tutt’oggi in vigore.


Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha espresso la speranza che negli ambienti istituzionali europei prevalga “senso comune”. Dmitri Peskov, portavoce di Vladimir Putin, ha sostenuto che la Russia è “l’unico stato che sta eseguendo operazioni militari in Siria in maniera totalmente legale” e che dunque non ci sarebbero ragioni per nuove sanzioni. Che, al di là di tutto, sarebbero di grande aiuto al TTIP, perché chiuderebbero definitivamente un mercato, quello russo, molto vasto per gli imprenditori teutonici, invertendo la loro rotta commerciale e spingendoli dritti tra le braccia Transatlantic Trade and Investment Parternship.

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