La "sinistra" alle europee: la solita scadente fotocopia di sconfitte


di Michele Merlo


Ci vuole davvero molto coraggio a festeggiare vittoria e ad autoproclamarsi ago della bilancia, quando si perdono 5 milioni di voti alle europee dal 2014 al 2019. Per il “nuovo” Pd, ancorato al vecchio Pd, tutto ciò è possibile, grazie a media più che schierati.

Una cosa però è vera il Pd ha frenato la propria caduta libera rispolverando due bella ciao e un paio di cortei e questo è già motivo di gioia, se poi aggiungiamo che Nardella è diventato sindaco di Firenze, allora il quadro per le altre forze politiche si complica ulteriormente!

Bisogna riconoscere che la strategia è stata vincente del PD, il ricorso in extremis ai valori ben sepolti dell’antifascismo e dell’antirazzismo ha raccolto impauriti non solo radical chic, ma anche sinceri democratici, bombardati giorno e notte dal pericolo fascista. Una strategia, quella del PD, ancor più vincente per Salvini che ha potuto associare finalmente, senza alcuna ombra di dubbio, che quegli stessi valori e chiunque li professasse come una emanazione del Partito democratico, sistematicamente abbandonato in massa dall’elettorato dal Referendum Costituzionale in poi.

Lenzuola appese alle finestre, cortei e teste spaccate per contestare uno che già aveva preso il 17% grazie a questi spettacoli gratuiti, ma che non contento è riuscito a prendere il 34% a livello nazionale. Una roba da veri idioti autolesionisti. Ormai purtroppo è tardi per queste manifestazioni di insofferenza, perché non si tratta di quattro scappati di casa che inneggiano al duce, ma di milioni di persone, di cui certamente alcune profondamente convinte in buona fede della causa leghista.

L’obiettivo di Salvini era quello di dimostrare di lottare contro il sistema, i giudici, l’Europa tanto da essere censurato, fisicamente minacciato, colpito con sedi incendiate e agguati, e ci è riuscito, è divenuto il “martire” agli occhi di milioni di persone che perdono più tempo a scegliere la foto del profilo social che a capire cosa succede intorno e vedono in quel ragazzone uno che dice la verità, non uno strumento del sistema, funzionale ai soliti interessi. Sono gli stessi elettori che nel 2014 votavano in massa Renzi e probabilmente gli stessi che nel 2018 hanno votato 5 stelle. Sono clienti della politica, non elettori.

Una parte di questo paese sceglie il partito politico da votare esattamente come sceglie l’operatore di luce e gas, guarda a chi in quel momento fa l’offerta più accattivante, più stimolante e lo vota, quando non decide di fare altro. Può scegliere il M5S alle politiche, Salvini alle Europee e un sindaco del PD alle amministrative, senza avere alcun problema. Non si aspetta nulla e non si scandalizza di nulla, non vota più 5 stelle per l’ILVA, il TAP o il TAV, ma semplicemente perché Salvini risulta più familiare, più vincente, insomma guarda il modello non il contenuto. Figurarsi se si pone il problema dei migranti in mezzo al mare o della liberalizzazione di un servizio.

Allora che vogliamo fare cari compagni? Vogliamo manifestare sotto casa del vicino che ha votato lega convinto magari dalle scene di guerriglia urbana per un comizio di Salvini, o dal politico del PD che odia profondamente o forse da chi crede di lavarsi la coscienza con un po' di sana “Accoglienza”, e poi magari chiedere la testa di Assad o del Maduro di turno?

Duole piangere la mancanza di quella solida analisi di fase che precedeva le assemblee di una volta, dove si faceva politica seriamente e non si cadeva in trappole mediatiche costruite ad hoc. Ebbene si sarebbe capito che lo scontro in atto non è tra razzisti e anti razzisti, ma tra neoliberismo e difesa del welfare state, tra multilateralismo e imperialismo.

Eppure sarebbe bastato fare l’opposto di ciò che ha fatto Renzi, parlare con il M5S e forzare su reddito, pensioni, sanità casa, capendo che l’interlocutore di governo era disposto a elargire, come tra l’altro pare stia facendo con le crisi aziendali, con il reddito di cittadinanza e con la difesa delle aziende pubbliche. Si sarebbero di certo ottenuti risultati più apprezzabili.

Non è solo una questione di voti, ma bisogna dirlo, la sinistra intesa come agglomerato di persone che condividono ideali che vanno dal socialismo alla socialdemocrazia, dal comunismo allo stato sociale, dalla tutela dell’ambiente alla lotta al neo colonialismo, dalla tutela degli ultimi siano essi migranti, diseredati, senza tetto, ecc… non ha più una rappresentanza politica, ma è suscettibile di essere strumentalizzata da chi tutela i grandi interessi bancari, le privatizzazioni, il neoliberismo, le guerre di aggressione imperialiste (il Pd se non si fosse capito).

Certo negli anni settanta non si sarebbe mai immaginato che l’Italia uscita dalla Resistenza potesse scivolare così a destra nella rappresentazione politica degli interessi sociali ed economici, ma è una frana che parte da lontano, che pian piano ha fatto sparire i cortei dalle strade, le occupazioni delle scuole, le fiaccolate contro la mafia, la lotta contro la privatizzazione di questo o quel servizio.

La principale responsabilità di questa scomparsa politica è da additare senza ombra di dubbio al PDS e a tutti i suoi eredi, fino a questo PD e ai sindacati dei lavoratori che hanno svenduto i diritti e facilitato i licenziamenti e le esternalizzazioni.
Solo chi non ricorda il ruolo del PD negli ultimi anni, può ritenere che questo partito sia davvero convinto di ciò che dice, chi non ricorda Minniti che firmava accordi per l’apertura dei campi di detenzione dei migranti in Libia, può credere ad una come la Boschi che sale su una barca bloccata da Salvini di fronte a un porto. Se poi c’è chi ritiene che favorendo il PD, si indebolisca Salvini, o meglio i 5 stelle, dovrebbe chiedersi perché il risultato è la Lega al 34%. Eppure rimango convinto che il vero obiettivo è la fine dei 5 stelle, caldeggiata da destra a sinistra, tanto da auspicare colpi di stato per impedire a questi 4 scalmanati sfaccendati, di governare. Non certo perché incapaci, visto che al governo di questo paese si sono succeduti ministri con la licenza elementare, ma perché in qualche modo contrari a questa forma estrema di neoliberismo e capaci, meglio della sinistra, di qualsiasi sinistra, di parlare con la gente e portare i problemi all’attenzione delle istituzioni. C’è qualcosa che unisce il PD, FI, la Lega e il resto dei pochi partiti dell’arco parlamentare, fare fuori il M5S, prima che sia troppo tardi.

Ad ogni elezione e ad ogni sconfitta del M5S sperano sempre di trovarsi all’epilogo e uccidere il mostro nel quadro finale, ma il 5 stelle finora si è sempre rigenerato.

In Italia in effetti abbiamo assistito alla creazione di questo Movimento, davvero molto strano, che invece di porre le proprie basi sull’appartenenza destra sinistra, ha puntato ad alcuni obiettivi. E’ una esperienza unica in Europa che certamente verrà studiata, ma In questo momento storico, con tutti i limiti e tutte le differenze, l’unico argine politico alle privatizzazioni, alle guerre, alla macelleria sociale e al razzismo sono loro e qualunque persona minimamente di sinistra dovrebbe augurare lunga vita ai 5 stelle perché, fin quando saranno forti, il mondo politico non potrà attuare quelle riforme che vanno avanti da decenni e hanno trasformato profondamente questo paese in quello che vediamo oggi.

Certo ci sono altre alternative, come sperare che dal profondo 3% una forza politica possa sfondare nelle istituzioni e essere reale alternativa, ma è una speranza che si infrange sistematicamente sugli scogli della realtà. Allora cari compagni, se non vogliamo essere marginali alla storia è il momento di scegliere da che parte stare e lavorare per costruire qualcosa nel futuro, senza prescindere dagli equilibri del presente, che lasciano ben poche alternative.

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