“Caso Chiesa”: dopo tutte le menzogne scritte, ora “Il Fatto Quotidiano” da lezioni di Deontologia

Una tempesta di proteste e sarcasmi si sta abbattendo in queste ore sul, solitamente ottimo, Giulietto Chiesa per un - incauto - articolo che ha avuto l’ardire di pubblicare sul suo blog; un blog incastonato tra i tanti altri ospitati da “Il Fatto Quotidiano”. E interviene a gamba tesa pure il direttore de “Il Fatto”, Peter Gomez, che, addirittura nello stesso blog di Chiesa, in calce al suo articolo, dopo aver assicurato che non c’è “nessuna intenzione censoria” si lancia contro gli “strampalati interrogativi” esposti da Chiesa e paventa una “inchiesta su questo tipo di teorie complottistiche”. E questo detto dal direttore di un giornale che non ha avuto alcuna remora a spacciare come “notizie” eclatanti bufale come questa, questa, questa o questa (solo per citarne qualcuna tra le tante menzogne di guerra immortalate da “Il Fatto”) fa davvero cadere le braccia.

Ma, visto che si siamo, solo due parole sulle considerazioni esposte da Giulietto Chiesa nel suo articolo. Che le indagini - e la stessa dinamica delle stragi jihadiste in Europa - siano costellate da episodi che inducono a sospetti (se non, addirittura a ipotesi di complotto) non ci piove. Valga per tutti la famosa foto “dimenticata” sul sedile della macchina dopo l’assalto allo Charlie Hebdo, l’uccisione – senza alcuna logica spiegazione - dei fratelli Kouachi, il controllo esercitato dai servizi segreti su coloro che si sarebbero rivelati dei “terroristi”… E le stesse riprese delle innumerevoli telecamere dell’aeroporto di Bruxelles che ancora oggi vengono tenute segrete (impedendo così al pubblico di poter segnalare qualcosa che potrebbe risultare utile alla polizia) alimentano qualche dubbio; anzi, la teoria che dietro la sbalorditiva “inefficienza” della polizia si celi, in realtà, una lotta tra apparati statali oggi ricattati da quella rete di Jahdisti organizzati dall’Occidente per la sua guerra alla Siria.

Ma questa considerazione non autorizza certo a prendere per oro colato ogni “prova” che circola in Rete. Ad esempio, la – purtroppo - famosa foto segnalata da Chiesa che raffigurerebbe l’immediato dopo strage al Bataclan (un evidente fotomontaggio: si veda il tipo di pavimento; l’assenza di impronte nonostante la pozzanghera di “sangue”; persone in piedi sugli spalti senza un perché…) e che, addirittura rimanderebbe – per via di un “misterioso disegno” tracciato sul pavimento all’attentato all’aeroporto di Bruxelles. E preferiamo sorvolare sull’altra davvero incredibile “prova” citata da Chiesa: la data dell’attentato che rimanderebbe alla tenebrosa setta Skull and Bones.

Peccato che non sia venuto a mente a Giulietto Chiesa che quella foto non potesse essere una delle tante bufale (forse la più famosa - un milione di visualizzazioni per la sola versione italiana- è questa) costruite e messe in Rete dagli specialisti della disinformazione. Per mettere in ridicolo, cioè, chiunque, anche con inoppugnabili documentazioni e con logiche considerazioni, da anni si batte contro la guerra e chi la prepara con gli attentati. Si veda, ad esempio, la nomea che circonda gli studiosi che da anni si battono per fare emergere la verità dietro gli attentati dell’11 settembre. Per la stragrande maggioranza delle persone, sono solo “complottisti”


Francesco Santoianni

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