Nizza: la bufala dell’”ordine di distruzione di tutti i filmati” e del giornalista israeliano presente in tutte le stragi


Ma perché mai tutti i media main stream, (tra cui Rai News) hanno attestato la bufala secondo la quale “La città di Nizza ha rifiutato di distruggere oltre 27mila ore di registrazioni di videosorveglianza richiesta dalla polizia nazionale all'indomani dell'attentato del 14 luglio”? Per evitarlo sarebbe bastato leggere l’ordinanza del Ministero dell’Interno (pubblicata proprio da RAI News!) che non dispone affatto la cancellazione di “tutte le videoregistrazioni della strage” dai computer della Polizia municipale di Nizza (filmati - pare ammontino a 27.000 ore - che sono stati già copiati dalla Procura di Nizza) ma solo quelle riprese da 6 telecamere che, dalle ore 22,30 alle ore 24 del 14 luglio (“...effacement des enregistrements entro le 14 juillet 2016 22 heures 30 minutes et le 15 juillet 2016 18 heures 00...") hanno ripreso soltanto la rimozione dei corpi schiacciati dal camion guidato da Mohamed Lahouaiej Bouhlel. Ma perché questa ennesima campagna “complottista” da parte dei media mainstream? E perché l’improvvida (e, apparentemente, incomprensibile) iniziativa del Ministero dell’Interno (decisa, ufficialmente per “tutelare la privacy” delle persone decedute)?

Vale la pena di chiederselo perche, proprio in questi giorni, i media main stream stanno supportando un'altra bufala: quella del giornalista israeliano Richard Gutjahr che DICHIARA di essere lui l’autore di due filmati shock (uno alla strage di Nizza, del 14 luglio, l’altra a quella di Monaco del 22 luglio). Dichiarazione – si badi bene – non supportata da alcuna evidenza ma che diventa su moltissimi media la “prova” del complotto che ci sarebbe dietro le stragi. Ma perché mai Richard Gutjahr (verosimilmente, un operatore dei servizi segreti israeliani) si industria - al pari dell’Agenzia SITE e di moltissimi media main stream – nel trasformare quelli che sono folli gesti di disperati in un complotto?

I motivi potrebbero essere diversi. Intanto rifilare una “polpetta avvelenata” (e cioè una “notizia” che, successivamente, può essere facilmente smentita) è l’ABC di una Disisformazione finalizzata a screditare chi, giustamente, non si fida delle “versioni ufficiali”. Poi, c’è qualcosa di ancora più subdolo e cioè il tentativo di nascondere una, altrimenti evidente, realtà. Leggetela qui.

Francesco Santoianni

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