Jill Stein, leader dei Verdi "collusa" con il Cremlino. Se non è maccartismo questo...

Ritorna negli Stati Uniti il maccartismo: licenziamenti, arresti e, sopratutto, campagne diffamatorie ... per tutti coloro che, per il semplice fatto di criticare il governo USA, negli anni “50, venivano additati come “servi di Mosca”. Una caccia alle streghe così sintetizzata dall’ex First Lady Eleanor Roosevelt “È stata una vera e propria ondata di fascismo, la più violenta e dannosa che questo Paese abbia mai avuto.”



Oggi la vittima di questa paranoica “caccia al rosso” è Jill Stein leader dei Verdi USA, già “colpevole” - secondo la “Commissione intelligence” del Senato - di aver partecipato nel 2015 ad una cena a Mosca in occasione del 10 anni della tv filo Cremlino Russia Today, sedendo allo stesso tavolo del presidente russo Vladimir Putin e di Michael Flynn, poi diventato consigliere per la sicurezza nazionale del presidente americano Donald Trump. Da qui la sua attuale crocifissione sui media (già 600.000 risultati su Google se provate a digitare le parole “Jill Stein”, “Putin”, “dinner”) che – ovviamente senza nessuna prova – già accusano la Stein di essersi fatta pagare dal Cremlino la sua campagna elettorale alle presidenziali USA 2016 (dove ha ottenuto un brillante 1,05%).




Ma qual è la vera “colpa” di Jill Stein? Verosimilmente – a differenza dell’ex Star della “sinistra antagonista” Bernie Sanders - aver continuato, anche dopo le elezioni del 2016 il suo impegno politico, con coerenza e onestà.

Coerenza e onesta riconosciuto – incredibile a dirsi! - da “La Stampa”, appena un anno fa. A proposito. Tenete a mente l’articolo de “La Stampa” quando - certamente anche in Italia - uscirà fuori che alle orge di Trump, con prostitute pagate da Putin, partecipava anche Jill Stein.


Francesco Santoianni


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