Ancora fake news del mainstream sulla Siria: la bufala delle gemelline siriane

“…( Malaz e Masa) salendo per le scale si inoltrano dentro una nuvola bianca maleodorante (probabilmente un misto di cloro e nervino).” (…) "Il gas era piccante. Piccante in gola come il peperoncino.” Davvero incredibile la storia raccontataci dal Corriere della Sera, delle due improbabili “gemelline” di sette anni che riescono a restare vive dopo aver inalato una miscela di gas così micidiale. E dire che la pur coreografica (tanto da meritare, solo lei, la prima pagina del Corriere) Malaz non l’avevamo vista nel famoso video farlocco (al quale avevamo dedicato un articolo) dove appare, invece, Masa, apparentemente in buona salute e senza neanche una irritazione agli occhi. In compenso, appaiono tutte e due, apparentemente felici e sorridenti, nel “reportage” della CNN che si apre con la “giornalista” che, tanto per dare credibilità alla storia, annusa lo zainetto di una delle bambine attestando così la veridicità dell’attacco con il gas operato da Assad.

Comunque, tolta di mezzo Malaz, è ora Masa sotto i riflettori. Guardate, ed esempio, questo video nel quale la bambina, verosimilmente leggendo una serie di cartelli, racconta con il sorriso sulle labbra i presunti orrori vissuti.

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Una eccezionale interpretazione. Magari (per fare nostro il commento di un simpatico lettore dell’articolo) questa intraprendente bambina, finita la bufala dell’attacco con il cloro, finirà per presenziare festicciole e inaugurazioni di supermercati.

Francesco Santoianni

P.S. Nell’articolo del Corriere della Sera, qui linkato, la bambina indicata come “Malaz” sui giornali è riportato, invece, come Masa.

P.S. P.S. Sempre a proposito di precisazioni su questioni irrilevanti. Vengo attaccato da un sedicente “debunker “ - già al servizio di Laura Boldrini (ex reginetta del fact checking e della “lotta alle bufale” e ora animatrice della campagna di disinformazione di Roberto Saviano) - per un mio articolo che documenta come la famosa “bomba chimica sul letto” altro non fosse che una bombola da autorespiratore. A supporto delle sue affermazioni, il sedicente debunker (passato alla Storia per aver affermato che il ragazzo palestinese decapitato dai “ribelli siriani” era un “soldato nano di Assad”) non trova nulla di meglio che riportare non la foto di una analoga, reale, bomba – riportata, ad esempio, in qualche rivista militare - ma bensì un catalogo di presunti “barili bomba” realizzato dall’iperbufalaro Human Right Watch: organizzazione, sia detto di sfuggita, finanziata con centinaia di milioni di dollari dal caritatevole e disinteressato George Soros.

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