Il “Cara di Mineo come Be'er Sheva". La proposta shock di Rizzo (M5S) per un'ulteriore militarizzazione Nato in Sicilia!




di Francesco Santoianni


Diventa una valanga il cedimento filosionista dei parlamentari Cinquestelle. E così dopo lo sbalorditivo convegno inneggiante all’amicizia Italia-Israele messo su, a nome del Movimento Cinque Stelle, da due deputati che per il loro incarico dovrebbero occuparsi di tutt’altro, ora è la volta di Gianluca Rizzo, che pure qualcosa di politica estera dovrebbe sapere, considerato che è Presidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati.

Questo il suo post su Facebook:

“CARA di MINEO come BE’ER SHEVA
Qualche mese fa lanciai l’idea di riutilizzare l’ormai ex CARA di Mineo come polo addestrativo per le Forze dell’ordine e le Forze armate per i Paesi NATO, UE e per quelli in cui operiamo in operazione di pace.
Stiamo valutando insieme al Governo la possibilità che ciò possa essere realizzabile ma, ho pensato anche ad un nuovo progetto che possa ridare slancio al nostro territorio e alla Sicilia intera.
Qualche anno fa il premier israeliano Benjamin Netanyahu annunciò: “Be’er Sheva non solo sarà la capitale del cyber israeliano, ma sarà anche uno dei luoghi più importanti del cyber a livello mondiale”: lo scetticismo fu forte da parte di tutti gli attori coinvolti. Oggi è una solida realtà internazionale.
In termini italiani equivarrebbe a sognare la trasformazione dell’ex CARA di Mineo nella capitale del cyber italiano. Per chi abita in Israele, la “capitale del deserto del Neghev”, il Gav-Yam Negev Tech Park, è decisamente fuori mano. Situata a circa 115 chilometri a sud di Tel Aviv, in pieno deserto, è sempre stata considerata la più periferica delle grandi città israeliane.
La stessa situazione che si può trovare a Mineo. Distante dai centri di potere ma vicina alle principali infrastrutture siciliane: aeroporto, porto, Università, industria elettronica e difesa.
In più la Sicilia è la sponda naturale verso il nord Africa ed il vicino oriente, anche da un punto vista di connessioni e cibernetica.
Nei prossimi giorni formalizzerò tale idea al nostro Governo.”

L’iniziativa di Rizzo per la sua circoscrizione elettorale (Sicilia 2, che include anche il comune di Mineo) si direbbe non dissimile da quelle di tanti ras locali che, pur di tenersi buoni i loro elettori, lanciano le proposte più strampalate. Tra l’altro, Rizzo si direbbe non sappia che una struttura identica a quella che vorrebbe insediare a Mineo è già operante da un anno a Lago Patria (Napoli). Davvero sarebbe più comodo, invece di raggiungere comodamente Napoli, prendere un aereo (militare o di linea) e raggiungere l’impervia Mineo (“distante dai centri di potere”)?


Ma al di là di questo, è agghiacciante che il Movimento Cinque Stelle si faccia paladino di una ulteriore militarizzazione della Sicilia contro la quale stanno, proprio in questi giorni, scendendo in piazza non pochi movimenti. Ancor più grave è il riferimento di Rizzo a Be’er Sheva che si direbbe preparare ulteriori vassallaggi con Israele. Vassallaggi già istituzionalizzati – per citare i casi più famosi - da un accordo militare (ratificato in Parlamento senza che i suoi membri abbiano potuto leggere le sue clausole segrete) e da un Accordo intergovernativo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica che hanno già trasformato il nostro paese nello zerbino di Tel Aviv?

Ma, a proposito di “Cyber-security”, che, verosimilmente, si vorrebbe continuare a strutturare insieme ad Israele come lascia intendere il Presidente della Commissione Difesa della Camera. Lo sa il “portavoce Cinque Stelle” Gianluca Rizzo chi c’era dietro il cyber attacco subito dall’Italia l’anno scorso?

Francesco Santoianni


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