di Fabrizio Verde
Estate caldissima. Cercate rifugio e decidete di comprare l'ultimo romanzo di fanta-politica da scorrere tra una pennichella e l'altra sotto l'ombrellone.
Il titolo è "Italia, il crollo di una rivoluzione".
La trama è interessante e avvincente. Prevede la costruzione di un colpo di stato neanche troppo morbido contro il governo Gentiloni, fatto di violenze e terrorismo nelle strade iniziate dopo la sconfitta del referendum del 4 dicembre scorso e fomentate dall'estrema destra del paese. Non condannate, anzi incentivate, sovvenzionate e supportate dalle opposizioni di destra del paese e soprattutto da quelle internazionali.
Il blocco economico e guerra finanziaria colpiscono pesantemente l'Italia.
Organizzazioni internazionali cercano risoluzioni che condannino e isolino la repressione della polizia italiana contro quelli che vengono definiti dalla stampa mondiale "manifestanti pacifici".
Le immagini degli ospedali infantili in fiamme, delle sedi dei ministeri assaltati, di linciaggi di piazza e di uomini carbonizzati perché professano un'idea politica diversa o hanno un diverso colore della pelle totalmente censurati dalle corporazioni dell'"informazione".
La cappa è totale e l'Italia viene così descritta come "stato canaglia" e il "cambio di regime" diviene una priorità. Gentiloni deve andare via.
In giro per il mondo, ci sono poi tanti Quisling che sparsi tentano di facilitare questo cambio violento del governo. Addirittura, nel coup de théâtre finale del romanzo, per facilitare l'intervento esterno e i l"cambio di regime" si organizza un "plebiscito", illegale perché non previsto dalla Costituzione. La sola parola, del resto, riecheggia in modo sinistro i tempi del fascismo.
Quei Quisling in giro per il mondo non solo non condannano la sovversione dell'ordine costituzionale in Italia, ma invitano a votare nei loro paesi per il "plebiscito", partecipando loro stessi nei "seggi" con tanto di foto e video.
Un romanzo di fantapolitica?
Nonostante il racconto distorto che i media italiani svolgono ogni giorno per assecondare gli interessi di editori e amici degli editori, purtroppo è esattamente quello che sta accadendo veramente.
Ma non in Italia.
Ieri, domenica 16 luglio, in Venezuela si sono svolte due votazioni. Una legale - la prova generale per la votazione dell'Assemblea costituente prevista il 30 luglio prossimo - abilmente censurata e ignorata; e una illegale, il "plebiscito" convocato da quelle destre che, non essendo riuscite a destituire il legittimo governo con le violenze e il terrorismo nelle strade che hanno prodotto già oltre 80 morti e più di mille feriti, sono passate alla ricerca di un governo parallelo attraverso una votazione non prevista dalla Costituzione. In Venezuela, del resto, esiste un organo adibito a tal proposito, il CNE (consiglio nazionale elettorale), che, tra l'altro ha ratificato la vittoria delle elezioni parlamentari del dicembre del 2015 da parte delle opposizioni di destra. O non erano valide neanche quelle?
Veniamo ai Quisling in giro per il mondo, anzi concentriamoci su quelli di casa nostra. Si sono fatti fotografare e hanno sostenuto il "plebiscito" illegale delle destre venezuelane il Fabio Porta (vi prego "Salvate il Soldato Porta") a Roma;
Vea cómo votante de #VallesDelTuy vino al este #Caracas y apenas 1 hora alcanzó votar en 3 puntos del plebisctito ilegal opositor #Venezuela pic.twitter.com/wUi7Dvp71W
— Rolando Segura (@rolandoteleSUR) 17 luglio 2017
Y mientras tanto... #en el paraíso:
— Larissa Costas (@Larissacostas) 17 luglio 2017
-Quémalas chamo,quémalas
-Tas loco!Pero si no las hemos contado
-No importa,vamos a decir sopotocientas pic.twitter.com/alIUnZmpBm
Final de película de la jornada antichavista. 100 días resumidos: pic.twitter.com/Ubv7KSdAvU
— GBR (@GBorgesRevilla) 17 luglio 2017
L'obiettivo contro il Venezuela è chiaro: trasformare il paese in una nuova Siria e prendere possesso delle riserve di petrolio e oro più grandi al mondo. Il PD (e purtroppo il nostro governo a quanto pare) come in Ucraina sono dalla parte del fascismo finanziario e di quello storico. Di Casini in Galletti. Italia paese allo sbando.
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