Ecuador sul caso Assange: «Peccato la Svezia abbia impiegato oltre mille giorni per interrogarlo»

Finalmente dopo ben quattro anni di permanenza nell’ambasciata dell’Ecuador di Londra, la giustizia svedese si recherà presso la sede diplomatica del paese andino per interrogare Julian Assange, a cui l’Ecuador ha concesso asilo politico.


Per approfondire la situazione riguardante il giornalista australiano fondatore di Wikileaks, l’emittente russa RT ha intervista Guillaume Long, ministro degli Esteri dell’Ecuador.


L’esponente politico dell’esecutivo guidato da Rafael Correa ha dichiarato che la posizione dell’Ecuador sulla vicenda è sempre stata «molto chiara», visto che il paese ha concesso asilo politico ad Assange «dopo una riflessione durata due mesi», visto che sono chiari i rischi di una «persecuzione politica».


Resta il disappunto per una decisione - quella della giustizia svedese - arrivata con enorme ritardo alla lice dei reiterati inviati da parte dell’Ecuador a procedere con l’interrogatorio presso la propria sede diplomatica. «Un vero peccato che la Svezia abbia impiegato più di mille giorni per effettuare l’interrogatorio».


Long ha infatti evidenziato che il fondatore di Wikileaks si trova in una situazione precaria visto che la sede diplomatica di Londra «è molto piccola».


In ogni caso il ministro ecuadoriano ha ribadito che l’Ecuador difenderà Julian Assange da ogni possibile persecuzione politica.


Inoltre, Long, ha chiarito che «quello di internet è un tema differente rispetto all’asilo concesso ad Assange». L’Ecuador non permette alcuna interferenza negli affari interni di altri Stati, quindi «dalla nostra ambasciata abbiamo il principio di non intrometterci negli affari interni di altri paesi, così come esigiamo che altri Stati non lo facciano con noi, soprattutto in materia elettorale».

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