Ex Ambasciatore USA in Siria: "Fallito il piano per rovesciare Assad". E avverte i curdi: "Pagheranno a caro prezzo la loro fiducia in Washington"


Robert Ford, ex ambasciatore Usa in Siria (2010-2014), ha dichiarato ieri, nel corso di un'intervista rilasciata al quotidiano arabo 'Al-Sharq al-Awsat', che gli Stati Uniti hanno ormai fallito in Siria e ora è quasi impossibile raggiungere i loro obiettivi.

Ford ha detto che inizialmente, gli USA ritenevano che il governo del presidente siriano Bashar al-Assad, sarebbe stato cacciato via nei primi due anni del conflitto, tuttavia, con il coinvolgimento di Iran, Russia e Hezbollah, ora è impensabile che questa circostanza possa materializzarsi.

"Pensavo ad un indebolimento dell'esercito siriano che messo sulla difensiva avrebbe smesso di combattere. Nei primi mesi del 2013, ho creduto che Al-Assad lasciasse il potere, ma Hezbollah entrò in guerra alla fine del 2013 e l'esercito siriano libero (ELS) fu pesantemente danneggiata ", ha ricordato.

L'ex diplomatico ha dichiarato che i funzionari nordamericani credevano ancora possibile che con l'aumento della forza dei gruppi terroristici come il Frone Fath Al-Sham (precedentemente noto come Al-Nusra), l'esercito siriano avrebbe perso territorio.

Tuttavia, il coinvolgimento della Russia nella crisi siriana alla fine del 2015 ha cambiato le previsioni degli Stati Uniti e dei suoi alleati, perché da quel momento l'esercito siriano ha cominciato a riguadagnare forza e anche sostenuto da Iran e Hezbollah, ha cominciato a recuperare sempre più territori, che ha reso improbabile lo scenario di disgregazione della Siria.

"Abbiamo creduto che la disintegrazione fosse inevitabile. Però non prevedemmo che tra il 2014 e il 2015 più truppe di Hezbollah e Iran in Siria così come che la Russia dispiegasse la sua forza aerea nel territorio siriano", ha spiegato.

Inoltre, Ford ha messo in guardia i curdi in Siria a non fidarsi degli Stati Uniti perché, ha affermato, Washington non ha mai avuto o ha avuto in programma di aiutare dopo la fine dell'offensiva per conquistare la città di Raqqa, attualmente ancora in mano all'ISIS.

"I curdi pagheranno a caro prezzo per la fiducia riposta negli statunitensi. L'esercito degli Stati Uniti non li difenderà contro i governi di Siria e Turchia. Quello che stiamo facendo con i curdi è immorale ed è anche un errore politico", ha evidenziato.

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