Gli Stati Uniti facilitano il trasferimento dell'ISIS e di Al-Qaeda in Libia


Nell'articolo pubblicato ieri dal giornale arabo, 'Al-Youm Rai', che cita diverse fonti di intelligence non identificate, si sostiene che finora sono almeno 1.200 combattenti da Siria, Iraq, Libano che si sono stabiliti nelle aree tribali e desertiche del paese nordafricano. Le fonti si aspettano anche l'arrivo di altri uomini armati provenienti da Tunisia, Algeria e Sudan.





L'accordo consente a centinaia di elementi di "attraversare (altri paesi della zona), senza persecuzioni o procedimenti" e spesso sotto l'egida degli Stati Uniti, per raggiungere la Libia, impantanata nella violenza e nell'insicurezza dopo l'invasione della NATO.

I terroristi, precisano le fonti, definiscono la Libia un paradiso e un rifugio sicuro, dopo aver perso tutto il territorio che controllavano in Iraq e Siria.

Si teme che anche i cittadini di diversi paesi, tra cui Egitto, Sudan, Yemen, Giordania e Turchia raggiungano la Libia, attraversando il deserto del Sinai (Egitto). Decine di questi estremisti sono riusciti a infiltrarsi a Tripoli e Misurata (entrambi in Libia), in collaborazione e coordinamento con le reti locali.

Dopo l'intervento occidentale in Libia nel 2011 e il vuoto di potere creato dalla caduta del leader libico Muammar Gheddafi, questo paese africano è sprofondato nel caos.

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