Russia: "Psicosi di massa" sul Ghouta dei media occidentali non aiuta la situazione


Il Consiglio di sicurezza dell'ONU si è riunito con urgenza ieri su iniziativa della Russia per affrontare la situazione nel Ghouta Orientale, sobborgo di Damasco dove la situazione umanitaria è peggiorata di recente.

Secondo il rappresentante permanente della Russia presso l'ONU, Vasili Nebenzia, l'incontro permetterà di ottenere "una nuova visione e comprensione della situazione e proporre vie d'uscita".

Durante il suo discorso, Nebenzia ha denunciato che c'è una "guerra dell'informazione" sulla situazione nel Ghouta Orientale. Secondo una visione presentata dai media occidentali, nella zona ci sono solo ospedali contro i quali agisce il governo siriano, mentre la presenza di "parecchie migliaia di milizie che non hanno voluto riconciliarsi è qualcosa su cui si tace, ha dichiarato il diplomatico russo.

Nebenzia ha evidenziato il fatto che alcune di queste milizie sono legati a gruppi terroristici come Jabhat al Nusra, "attaccano Damasco e lanciare decine di missili al giorno" contro capitale siriana un fatto che non viene preso in considerazione.

Il diplomatico russo ha aggiunto che i milizianio hanno trasformato i civili in ostaggi e non li hanno lasciati uscire dai territori che controllano. Inoltre, membri di gruppi illegali hanno ignorato gli appelli della Russia a deporre le armi e a regolare il loro status, e hanno indebolito i negoziati di mercoledì scorso.

La comunità internazionale incolpa il governo di Bashar al-Assad per la morte di civili nel Ghouta Oriental dopo i recenti attacchi. Secondo i dati dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, la cui credibilità è stata messa in dubbio anche dai media mainstream, dal 18 febbraio ad oggi 382 civili sono morti a causa degli attacchi delle forze governative siriane.

Il rappresentante della Russia ha paragonato "la massiccia psicosi" del Ghouta Oriental alla situazione nella città siriana di Raqqa. "La distruzione metodica di Raqa da parte delle forze della coalizione è un fatto recente", ha spiegato.

Nebenzia ha ricordato che quando la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha bombardato la città per conto della lotta contro l'ISIS, ci sono stati anche dei civili coinvolti, ma dopo aver terminato l'operazione antiterrorismo in Raqqa, è andata via senza preoccuparsi dei pericoli che i residenti locali dovevano affrontare. "Ora fino a 50 persone muoiono per le mine che sono state lasciate lì", ha detto il diplomatico.

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