Hasaka, l'altro lato dei curdi: le milizie sparano alla popolazione affamata

27 Gennaio 2021 18:23 Francesco Guadagni

Ieri ci sono state grandi celebrazioni, che non contestiamo nel merito, per i 6 anni della liberazione di Kobane, o meglio di Ain al Arab, dell'ISIS da parte delle YPG curde, le Unita di protezione popolare.

Grandi elogi, sempre giusti, per il contributo delle combattenti e la celebrazione della Regione del Rojava( che in realtà è territorio della Repubblica araba siriana) per il suo autogoverno, per i diritti delle donne, la tutela le minoranze, fino ad arrivare a proclamarla come luogo di raggiungimento della vera democrazia. Insomma, una melassa indigesta soprattutto ai siriani che vivono nelle zone controllate da queste sedicenti milizie 'forze democratiche siriane', a guida curda, appoggiate dagli USA che compiono ogni giorno abusi di ogni genere.

Da un po' di anni la storia è un po' diversa.

I curdi, che avrebbero fatto meglio ad accordarsi con Damasco, sono diventati i guardiani del bottino degli USA nel nord est della Siria, ovvero i giacimenti di gas e petrolio che appartengono alla Siria.

Le milizie FDS requisiscono scuole, edifici pubblici per trasformarli nei loro quartier generali, per non parlare dei rapimenti di giovani siriani per costringerli ad arruolarsi, bruciano i raccolti dei contadini, per non parlare dell'eliminazione di alcuni capi tribù arabi locali.

Da tempo, la popolazione siriana protesta contro questi abusi, e diverse volte si sono registrati attacchi armati contro le FDS.

Questo mattina, migliaia di persone si sono radunate nelle città di Qamishli e Hasaka per protestare contro le ennesime violazioni delle FDS e il loro assedio criminale contro i quartieri residenziali a cui impedisce l'ingresso di cibo, mezzi di trasporto e nega l'accesso agli studenti alle loro scuole.

Il corrispondente dell'agenzia SANA ha riferito che la milizia ha sparato e represso le manifestazioni contro i loro crimini nella città di Hasaka.

Ha aggiunto che i membri di questa milizia hanno picchiato il cameraman della televisione siriana a Qamishli e hanno cercato di rapirlo.

Insomma, i siriani che già conoscevano la "democrazia" a stelle e strisce non hanno bisogno di questo surrogato indigesto del "Rojava"

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