Cacciatorpediniere britannico e bombe russe. Cosa è successo nel Mar Nero?

Cosa è successo nel Mar Nero nella zona di Capo Fiolent al largo della Crimea? La Russia ha reso noto che una sua motovedetta e un cacciabombardiere Su-24 hanno dovuto far fuoco (di avvertimento) per fermare un cacciatorpediniere britannico che aveva violato le acque territoriali russe.

Un’azione che il ministero della Difesa di Mosca ha bollato come una palese violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, invitando al contempo il Regno Unito a indagare sulla condotta dell’equipaggio.

I fatti sono stati messi in ordine da Ria Novosti.

Il cacciatorpediniere nonostante i reiterati avvisi delle autorità russe ha cambiato rotta solo dopo che che colonne bianche di esplosioni di bombe aeronautiche da 250 chilogrammi e raffiche di proiettili di cannoni navali sono arrivate fin sotto al suo naso.

Secondo il Ministero della Difesa russo - informa Ria Novosti - il cacciatorpediniere della Royal Navy HMS Defender con numero di scafo D36 ha invaso le acque territoriali russe alle 11:52 ora di Mosca. Per tre chilometri. L'equipaggio è stato contattato dalle navi della flotta del Mar Nero e dall'FSB Border Service, chiedendo un cambio di rotta sotto la minaccia dell'uso di armi. Tuttavia, tutti gli avvertimenti sono stati ignorati.

"Alle 12:06 e alle 12:08 la nave della pattuglia di confine ha sparato colpi di avvertimento", ha riferito il dipartimento militare di Mosca. "Alle 12:19, un cacciabombardiere Su-24M ha effettuato un bombardamento precauzionale di quattro OFAB-250 lungo il percorso del cacciatorpediniere. Alle 12:23, a seguito delle azioni congiunte della flotta del Mar Nero e del servizio di frontiera dell'FSB della Russia, il cacciatorpediniere URO "Defender" ha lasciato i confini del mare territoriale della Federazione Russa”.

L'uso delle armi negli incidenti alle frontiere è l'ultima risorsa, alla quale le potenze marittime si guardano bene dal ricorrere per evitare un'escalation. Ma a volte è necessario: il caso di "Defender" è proprio questo. I marinai britannici sono chiaramente andati deliberatamente alla provocazione, violando i confini marittimi di uno Stato sovrano e quindi le norme fondamentali del diritto marittimo internazionale.

Come ha spiegato a RIA Novosti l'ex comandante della flotta del Mar Nero Vladimir Komoedov, il confine marittimo è determinato dalle acque territoriali. "Abbiamo 12 miglia", ha affermato l'ammiraglio, "il cacciatorpediniere doveva conoscere la sua posizione esatta, cioè gli inglesi avevano capito che stavano violando il confine russo".

Invece il ministero della Difesa britannico su Twitter ha scritto: «L’imbarcazione della Royal Navy stava effettuando un innocente passaggio attraverso le acque territoriali ucraine nel rispetto del diritto internazionale».

Altra provocazione alla Russia visto che la Crimea è diventata territorio russo dopo un referendum che ha ratificato tale scelta.

Il diritto di sparare

L’agenzia di stampa internazionale russa spiega inoltre perché Mosca aveva tutto il diritto di sparare. Nel mondo è stato sviluppato un intero sistema di avvertimento sulle violazioni dei confini di Stato in mare. “Tutte le navi sono sintonizzate sulla frequenza internazionale, canale 16”, afferma Komoedov. È impossibile non notare di aver oltrepassato il confine: su una nave da guerra ci sono turni di guardia 24 ore su 24, i sistemi di rilevamento sono sempre attivi.

A giudicare dal fatto che il cacciatorpediniere si è allontanato dal confine, gli inglesi hanno comunque tratto le giuste conclusioni in tempo. Altrimenti, i marinai russi dovrebbero aprire il fuoco mirato dell'artiglieria aviotrasportata o dei lanciarazzi, evidenzia l’ammiraglio russo.

Il pilota militare Vladimir Popov ha evidenziato che «il caccia ha un cannone a sei canne da 23 mm GSh- 6-23 con 250 colpi di munizione, ma quattro piccole bombe sono sufficienti per neutralizzare il cacciatorpedieniere». Popov ha poi ricordato un incidente simile avvenuto negli anni ’90: i piloti russi bombardarono una nave intrusa turca che stava cercando di caricare merci senza avere i necessari permessi.

A sua volta, l'ammiraglio Komoedov ha sottolineato che nell'incidente con il cacciatorpediniere la responsabilità è tutta degli inglesi, la cui condotta provocatoria potrebbe benissimo trasformarsi in un grave conflitto internazionale. «Gli inglesi si comportano in modo molto insolente in mare. Questi non sono leoni marini, come amano definirsi, ma topi di mare. Non hanno né onore né dignità».

Perché continue intrusioni in Crimea e nel Mar Nero?

Questa non è certo la prima volta che navi afferenti a paesi NATO o aerei da ricognizione, effettuano sortite presso i confini della Russia. Con particolare interesse per la Crimea. L'alleanza vuole cercare in questo modo di sondare l'ubicazione delle strutture militari nella penisola, nonché di capire a quali frequenze operano i sistemi di comunicazione, navigazione e guerra elettronica.

Contro la Convenzione di Montreaux

Le attività della NATO vanno inoltre contro la Convenzione di Montreaux firmata nel 1936. La convenzione aveva lo scopo di regolamentare la navigazione ed il passaggio attraverso lo Stretto dei Dardanelli, il Mar di Marmara ed il Bosforo e garantire la sicurezza della Turchia e degli Stati che si affacciano sul Mar Nero.

In base alla Convenzione le navi da guerra di paesi non del Mar Nero possono sostare per un massimo di tre settimane. Inoltre, la convenzione prevede che fino a nove navi di questo tipo con un tonnellaggio totale non superiore a 30 mila tonnellate possano essere contemporaneamente nel Mar Nero.

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