Perché gli Stati Uniti vogliono aprire un nuvo fronte con la Russia nell'Artico?

10 Novembre 2023 16:19 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Gli Stati Uniti vogliono aprire un nuovo fronte contro la Russia? A quanto pare sembra proprio che sia questa la volontà di Washington. Il nuovo fronte verrebbe aperto nell’Artico, una zona che si appresta ad acquisire centralità perché si prevede che con un maggiore scioglimento dei ghiacci possa diventare navigabile per mesi durante l’anno. Secondo uno studio realizzato l’anno passato dalla Brown University entro il 2065, se l’aumento della temperatura globale non sarà contenuto a 1.5 gradi Celsius nei successivi 43 anni, la navigabilità dell’Artico aumenterà a tal punto da garantire l’operatività di nuove rotte commerciali durante tutto l’anno.

Risulta quindi quasi naturale che interessi geopolitici vadano a scontrarsi in questo luogo. Con gli Stati Uniti pronti a lanciarsi in una nuova ‘crociata’ contro Russia e Cina.

A tal proposito il think tank di ricerca strategica RAND ha pubblicato un rapporto sulle capacità dell’esercito USA nella regione artica.

La RAND suggerisce che il mondo nel 2035 avrà lo stesso aspetto del 2023, ma con tensioni molto maggiori tra gli Stati Uniti e i suoi alleati da una parte, Russia e Cina dall’altra.

Sono state effettuate anche delle simulazioni: nel primo scenario di simulazione, una nave mercantile cinese si scontra con una rompighiaccio canadese nel Mare di Baffin e l'equipaggio cinese viene evacuato sulla rompighiaccio. Durante l'evacuazione, si scopre che l'equipaggio cinese aveva a bordo molte armi automatiche, postazioni di tiro e sugli abiti dei marinai cinesi vengono trovate tracce di uranio, il che fa supporre che questa sostanza venga venduta per la produzione di armi di distruzione di massa. La situazione quindi si: la Cina accusa il Canada di provocazione e invia la sua rompighiaccio Xue Long nella zona dell'incidente, la Marina USA invia le sue navi ed elicotteri. Una rompighiaccio cinese effettua diversi avvicinamenti ravvicinati a una nave canadese, mancandola di poco.

Nel secondo scenario, inizia un grave scioglimento dei ghiacci, che porta a una violenta tempesta in Alaska. Gli Stati Uniti non riescono a far fronte alla situazione e chiedono aiuto alla Russia. Dopo aver ricevuto sostegno, gli Stati Uniti temono che il contingente russo stia effettuando una ricognizione tecnica dopo l'arrivo in Alaska. La Russia, nel frattempo, sta conducendo una campagna di informazione, sottolineando che gli Stati Uniti non riescono a prendersi cura del proprio popolo. La presenza russa su larga scala nell’Artico sta diventando un fattore di influenza sugli Stati Uniti, anche sulla questione del proseguimento delle operazioni militari in Ucraina.

Un’altra simulazione prevede l’uso di armi laser accecanti da parte della Cina e lo sviluppo di una “crisi dell’oppio” negli Stati Uniti. Secondo RAND, nel 2035, la Russia fornisce illegalmente droghe sintetiche cinesi all’Alaska. Russia e Cina stanno conducendo esercitazioni militari nell’Artico, la Cina sta sviluppando il turismo nell’Artico, rendendo i residenti dell’Alaska economicamente dipendenti da questo business. Gli scenari esaminano le opzioni per attacchi informatici alle infrastrutture di comunicazione della NATO e degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti contestano la necessità di chiedere il permesso alle sue navi di passare attraverso le acque territoriali di Russia e Canada.

Il rapporto della RAND invita esplicitamente gli Stati Uniti a muoversi per spingere fuori dall’Artico la Russia. Secondo il think thank, quindi, la Marina e la Guardia Costiera degli Stati Uniti, i paracadutisti, i marines, i sottomarini e i caccia devono avere una presenza permanente nella regione.

L'interesse degli Stati Uniti per l'Artico è comprensibile, evidenzia Ria Novosti. Qui si trova la rotta del Mare del Nord, un moderno analogo della rotta "dai Varanghi ai Greci", il cui controllo rende la Russia la principale potenza del nostro tempo. Ma per gli USA, qualsiasi Stato che controlli le rotte commerciali globali è un nemico molto pericoloso. Ecco perché cercano di interferire con la Cina nel Mar Cinese Meridionale. E perché ci sono così tanti attacchi contro l’Iran, il paese controlla lo Stretto di Hormuz.

Altro esempio che ricorda Ria Novosti è quello della Colombia: oltre cento anni fa il paese sudamericano decise di essere il proprietario del Canale di Panama, poiché veniva costruito sul suo territorio. Ma gli Stati Uniti occuparono tutta la zona attorno al canale, rovesciarono la Repubblica di Panama e ne fecero un protettorato statunitense. È tutto. Nessuno ricorda che inizialmente tutta questa terra apparteneva alla Colombia e che il canale viene controllato dagli USA da più di cento anni.

La rotta del Mare del Nord, che si sta sviluppando grazie al riscaldamento nella zona artica, oggi è un boccone altrettanto gustoso. Ma, a differenza della Colombia, qui è molto più difficile per gli USA praticare la loro consueta pirateria per ragioni oggettive.

Per cominciare, gli Stati Uniti divennero uno “Stato artico” solo nel 1867, quando lo zar russo vendette loro l’Alaska. Da quel momento fino ad oggi, la regione non si è realmente sviluppata. Dopo aver preso possesso del territorio e praticato un vero e proprio genocidio della popolazione indigena il territorio è stato praticamente abbandonato al proprio destino. Tanto che gli analisti della RAND lamentano che in Alaska manca tutto: grandi aeroporti adatti ad aerei militari, normali città con infrastrutture, basi militari e, soprattutto, porti in acque profonde. Esiste un'idea (già approvata dal Congresso degli Stati Uniti) per costruire un porto del genere a Nome, una piccola città sulla costa occidentale dell'Alaska direttamente di frotne alla costa orientale russa - evidenzia Ria Novosti - e quindi le navi da guerra statunitensi potrebbero facilmente entrare nello Stretto di Bering e controllare la cosiddetta Rotta del Mare del Nord.

Vista anche la carenza delle necessarie navi rompighiaccio gli analisti della RAND propongono di coinvolgere alcuni paesi alleati degli Stati Uniti come Canada, Norvegia, Svezia e Finlandia. Oltre ad altri paesi che a prima vista non c’entrano nulla con l’Artico come Francia, Germania e Australia.

Insomma, evidenzia Ria Novosti, una sorta di alleanza militare sotto l’egida degli Stati Uniti per l’invasione dell’Artico russo.

Alla fine però RAND è costretta ad ammettere: il principale grattacapo di Washington oggi è che “la Russia vuole controllare il traffico lungo la rotta del Mare del Nord, e gli Stati Uniti non sono d’accordo, ma hanno limitate capacità di combatterla”.

La Russia invece continua a sviluppare il proprio potenziale militare nella regione, poiché per Mosca il controllo della Rotta del Mare del Nord e delle risorse dell’Artico è di fondamentale importanza sia dal punto di vista economico che politico-militare.

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