"Antisemitismo". Le mie emozioni dopo aver assistito alla manifestazione di Piazza del Popolo



di Agata Iacono


Non so un giorno come potrò giustificare questa mia impotenza quando le mie nipotine mi chiederanno: "Nonna, ma tu sapevi? Tu come hai potuto tollerare? Tu cosa hai fatto?". Le stesse domande che insistentemente, incessantemente io rivolgevo ai miei nonni sulla deportazione degli ebrei, dei comunisti, degli omosessuali, degli antifascisti. Con quali parole potrò mai sentirmi assolta mentre i loro coetanei, (le mie nipotine hanno 4 e 2 anni), sono macellati peggio degli animali solo perché sono nati in una parte del mondo fondamentale per il controllo del Medio Oriente e ricca di risorse energetiche?

Ho voluto assistere di persona a Piazza del Popolo alla manifestazione "contro l'antisemitismo e il terrorismo", indetta dalla Comunità Ebraica all'insegna dell'indifferenza colpevole di fronte allo sterminio in diretta del popolo palestinese, del genocidio ingiustificabile di bambini bombardati, terrorizzati, lasciati morire nelle incubatrici, imprigionati per anni e torturati nelle carceri israeliane.
Ho voluto assistere e mi sono vergognata di essere italiana. Di essere europea. Di essere "occidentale".
Ieri tutti i partiti di governo e opposizione hanno manifestato a Roma in piazza del Popolo contro l'antisemitismo a sostegno di questa piattaforma presentata dalla Comunità Ebraica a Roma e in Italia. Per "antisemitismo" si intende genericamente l'esercizio democratico della condanna dell'atroce assassinio indiscriminato di donne, bambini, medici, intellettuali, giornalisti, operatori umanitari solo perché si trovavano nella popolosa strettissima striscia di Gaza? Per "terrorismo" si intende l'azione del 7 ottobre in cui Hamas ha preso ostaggi per liberarli in cambio dei prigionieri palestinesi bambini e donne nelle carceri israeliane, solitamente senza neppure imputazione.
Tutti i leader partitici sono intervenuti per manifestare sostegno alla Comunità Ebraica. Nessuno ha saputo o voluto evidenziare la netta distinzione tra sionismo e religione ebraica. Questo distinguo è indispensabile, se veramente l'obiettivo è quello di fermare l'odio. Così come sta succedendo in tantissime altre parti del mondo, dagli USA all'Australia alla stessa Israele, dove rabbini ed ebrei ortodossi stanno manifestando la loro condanna nei confronti dell'estrema destra di Netanyahu e dello sterminio di un popolo intero.
E invece no. Due manifestini sono comparsi attaccati in piazza del Popolo, con la scritta "sionismo uguale nazismo" e i media dell'istituto Luce punto due hanno dato risalto a questo "pericolosissimo atto intimidatorio antisemita". A parte il fatto che semiti sono anche gli arabi, che discendenti di Sem sono i palestinesi, in che modo, di grazia, sionismo è sinonimo di semitismo?
Più o meno un migliaio di persone, transennate in una piazza bonificata e con più forze dell'ordine che cittadini oggi a Roma. Ma che importa? Tanto basta per non dare visibilità a 50.000 persone in corteo per chiedere lo stop al massacro, tanto basta per oscurare che molte università sono occupate per solidarietà a Gaza; tanto basta per censurare persino i video del rilascio degli ostaggi; tanto basta per non far sapere che, come dimostrato dal NYT, Israele sapeva dell'attacco di Hamas da almeno un anno...

Da Conte alla Sclein tutti insieme appassionatamente hanno condannato "antisemitismo e terrorismo", ascoltando dal palco l'intervento toccante e altamente antifascista del presidente del Senato Ignazio La Russa. Siamo dentro Matrix, oltre 1984, in un universo parallelo, dalla parte sbagliata della Storia.

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