Silenzio mediatico sui tanti che, vivi o morti, sono usciti dai bunker sotto l’acciaieria Azovstal e che ora sono sotto la custodia dell’esercito russo.
Comprensibilmente, in quanto tra questi dovrebbero esserci, oltre a funzionari dei servizi segreti occidentali anche ufficiali Nato lì da mesi per coordinare l’invasione del Donbasse. Il caso più famoso è quello dell’ammiragilo Eric Olson la cui presenza nei bunker era stata etichettata come una fake news ma del quale continuano a mancare notizie e foto.
Ora arriva una notizia sconvolgente corroborata da un video delle forze armate russe: non tutti i deceduti sarebbero stati conservati nelle celle frigorifere poste nei bunker; alcuni, invece, sarebbero stati bruciati per evitare, considerando l’imminente resa, il loro riconoscimento da parte delle forze armate russe. Chi erano? Magari dal DNA e rapportandosi con famiglie alla ricerca dei loro cari, si potrebbe risalire alle loro identità e, quindi, a cosa facevano in Ucraina.
Ma state pur certi che, se questo rivelasse qualche scandalosa realtà, il tutto verrebbe etichettato come una fake news.
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